Una targa commemorativa dell’eroico comportamento di Giuseppe Palferro, nato a Belmonte del Sannio, sarà apposta e scoperta all’interno del cimitero comunale di Montazzoli, nell’Alto Vastese, in occasione delle celebrazioni del prossimo 25 aprile.
Nell’ottobre 1943, Montazzoli vide avvicinarsi pericolosamente il fronte e, come tutti i paesi della zona, vide il continuo passaggio di numerosi reparti tedeschi, che si alternavano nella difesa delle postazioni della linea Barbara apprestata per far fronte alle truppe alleate, che diedero l’inizio alle operazioni belliche nella bassa valle del Trigno intorno al 20 ottobre, senza tuttavia ottenere, almeno inizialmente, apprezzabili risultati dal punto di vista militare. Nella zona vi furono atti di sabotaggio, soprattutto alle linee telefoniche che i tedeschi avevano apprestato. I primi reparti tedeschi che sostarono a Montazzoli, uomini del II Battaglione della Fallschirm-JägerRegiment, giunsero il 13 ottobre, continuando l’opera di spoliazione iniziata in altre zone e terrorizzando la popolazione del paese. Ciononostante, vi fu chi, come Giuseppe Palferro, continuò a prodigarsi per portare in salvo gli ex prigionieri di guerra alleati, rifocillandoli e conducendoli oltre le linee del fronte attraverso percorsi montani, ubicati oltre i mille e duecento metri, ai più sconosciuti.
Intorno alla metà di ottobre, in contrada Lupara, si presentarono a Palferro due uomini dai vestiti laceri che affermarono di essere ricercati dai fascisti e dai tedeschi: senza indugiare accolse i due uomini, per i quali fu uccisa una pecora che fu successivamente condivisa con i prigionieri inglesi in attesa di passare il fronte. I due fuggiaschi, in realtà spie dei tedeschi, ben presto si allontanarono senza lasciare notizie né tracce. Il 18 ottobre, Palferro vide arrivare una pattuglia tedesca che chiese con insistenza dove fossero i prigionieri inglesi. Negò con decisione di averli visti fin quando i due fuggiaschi che aveva sfamato nei giorni precedenti si fecero avanti dai ranghi tedeschi, indicando il luogo in cui erano stati nascosti gli ex prigionieri alleati e denunciando Palferro, che subì un sommario processo che si concluse con la sua condanna a morte.
La fucilazione avvenne il 18 ottobre stesso presso il cimitero di Montazzoli, verso le ore 17, alla presenza del podestà e del maresciallo dei Carabinieri. Dopo la fucilazione, il corpo di Palferro fu oggetto di scherno da parte dei militari tedeschi, che lo crivellarono di colpi fino a scaricare i caricatori. Analoga cosa fece l’ufficiale che comandava il plotone, che infierì con la sua pistola di ordinanza. Questo raccontano le cronache dell’epoca, ricostruite da Nicola Palombaro per l’Atlante delle stragi nazifasciste.
L’amministrazione comunale di Montazzoli, retta dal sindaco Felice Novello, intende celebrare la memoria di quegli atti eroici di cui Giuseppe Palferro si rese protagonista. Questa l’iscrizione posta sulla targa: “Giuseppe Palferro, nonostante la giovane età, e pur consapevole del pericolo cui si esponeva di fronte alle truppe tedesche, che compivano razzie e soprusi, oltre che atti violenti, contro la popolazione montazzolese e dei paesi limitrofi, si prodigò per portare in salvo, rifocillare e dare riparo a ex prigionieri di guerra alleati. Tratto in inganno da spie tedesche nei pressi della “Lupara”, fu arrestato il 18 ottobre 1943, sottoposto a processo sommario e condannato a morte per fucilazione, avvenuta all’interno del cimitero di Montazzoli alle ore 17 dello stesso giorno”.
La giornata prevede alle ore 10:30 il ritrovo presso il santuario della Madonna della “Spogna” e la celebrazione della messa in suffragio di Giuseppe Palferro e di tutti i caduti in guerra. Al termine della celebrazione eucaristica si terrà il corteo sino al cimitero comunale dove avverrà l’apposizione sul luogo della fucilazione della targa commemorativa. A seguire momento di preghiera e saluto delle autorità.