Larve di Trichinella riscontrate nelle carni di un cinghiale abbattuto in provincia di Isernia. Ne dà notizia il veterinario dell’Asrem, Antonio Liberatore.
«Mediamente viene accertata una positività annuale ogni mille cinghiali abbattuti, – spiega il medico del comparto veterinario dell’Asrem – mentre i positivi provengono sempre dallo stesso comprensorio territoriale, a dimostrazione del fatto che il serbatoio naturale (reservoir) circola in ambito ristretto, ed è rappresentato molto verosimilmente dal ratto. E’ il caso di ricordare che la trichinosi , parassitosi che interessa le masse muscolari striate, cuore compreso, si contrae esclusivamente attraverso il consumo di carni parassitate di suidi (selvatici e domestici) ma anche di altre specie, ingerite crude (insaccati) o non sufficientemente cotte. Va anche sottolineato che la stagionatura, la salatura e il congelamento non sono metodi efficaci ai fini della sterilizzazione delle carni. Va ricordato, in particolare al mondo venatorio, che l’esame trichinoscopico sui cinghiali abbattuti costituisce obbligo di legge secondo quanto previsto dal REG. CE, 2075/2005, oltre ad essere garanzia di salubrità dei consumatori finali a cui spesso le carni vengono destinate».
Secondo il protocollo operativo le carni dell’animale infetto verranno distrutte. Nell’Atc di riferimento si fanno oltre 1500 esami per la ricerca della Trichinella nel corso di ogni stagione venatoria, a dimostrazione di come la caccia rappresenti un utile strumento di indagine sanitaria.