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  • Palasport, l’ex sindaco Marcovecchio ripercorre la vicenda e replica a Saia: “Il merito è degli agnonesi”

    Dotare una città delle aree interne di un palasport non è, come dovrebbe alla luce della più elementare logica, un atto dovuto di ordinaria amministrazione, finalizzata a garantire il diritto allo sport ai residenti, ma diviene motivo di scontro politico. D’altro canto la presenza di due Ministri della repubblica significa proprio questo, che tutto diviene politicamente spendibile in termini propagandistici ed è subito scattata la gara ad appuntarsi sul petto la famosa medaglia del «è merito mio».

    Il sindaco Daniele Saia, proprio su queste colonne, ha tenuto a precisare che «siamo stati noi (la sua maggioranza, ndr) a riprendere la progettazione trasformandola in esecutiva e ottenendo il finanziamento; l’eredità lasciata dall’amministrazione Marcovecchio è stato il mutuo da 465 mila euro che è servito per eseguire i lavori».

    Il merito di avere un nuovo e fiammante palasport è nostro, mentre la colpa dei ritardi e dei soldi spesi è di chi c’era prima; questa, in sintesi, la posizione espressa dal primo cittadino. Dichiarazioni che gettano benzina sul fuoco della polemica politica e infatti non si sono certo fatte attendere le rimostranze, in replica, dell’ex sindaco Lorenzo Marcovecchio.

    «Anche a nome di tutta la giunta comunale del tempo, mi trovo costretto a intervenire in merito alla “rettifica” portata alla stampa dal sindaco Saia riguardo il progetto del nuovo palasport. – spiega infatti Marcovecchio – Dice bene il sindaco quando afferma che una prima volta il progetto non superò il vaglio della commissione di Sport e periferie. Ciò, infatti, accadde perché il cofinanziamento a carico dell’ente Comune era troppo basso. Dice ancora bene quando afferma che nel novembre 2019 “la giunta Marcovecchio decise di candidarsi al nuovo bando predisponendo un progetto definitivo da 965 mila euro e attivando contestualmente un mutuo di 465 mila euro per coprire parte dei costi”. Quello che, però, volutamente omette di dire è che se a soli tre giorni dall’insediamento hanno potuto acquisire la progettazione esecutiva è perché, a monte, c’era già un progetto definitivo e c’era già un mutuo aperto con il credito sportivo che, consentendo un cofinanziamento maggiore, avrebbe sicuramente posizionato l’ente in un posto utile in graduatoria». Di questa vicenda sarebbe a conoscenza anche l’ingegnere Rocco Sabelli che all’epoca era presidente e ad di ‘Sport e Salute’.

    Insomma, è stato proprio il mutuo che ha permesso di intercettare il finanziamento che ha poi consentito di realizzare l’opera pubblica. Questo dice Marcovecchio. «Del resto, per chi volesse, – aggiunge l’ex sindaco – c’è la delibera di consiglio n. 52 del 2019 chiarificatrice sul punto. Lì, infatti, si potranno leggere le diverse volontà e le motivazioni sottese alla scelta della riqualificazione del palasport in località Belsito a fronte del diverso sito individuato proprio dall’amministrazione di cui Saia faceva parte, di via Pietro Micca. Da ultimo: una volta, un ex amministratore, per ricordare la propria attività scrisse su un social network: finalmente sono state installate le panchine che comprammo noi. Questa affermazione suscitò l’ilarità di un cittadino che commentò: “Davvero? Pensavamo fossero state comprate con i soldi degli agnonesi”.  Ecco – chiude Lorenzo Marcovecchio – il palasport non è né di Saia né di Marcovecchio, ma è degli agnonesi i quali, si spera presto, possano partecipare ad ulteriori e più importanti inaugurazioni». 

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