“Ho da poco scritto ad Asrem per segnalare questa anomalia: in Molise c’è il rischio che curarsi costi sempre di più. Dal primo luglio è scattato l’obbligo di usare il servizio di pagamento digitale PagoPa anche per le prenotazioni sanitarie, una situazione su cui accendere i riflettori perché chi non può recarsi direttamente agli sportelli CUP, come i cittadini delle aree interne, rischia di pagare commissioni aggiuntive per ogni prestazione medica”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Angelo Primiani che aggiunge: “Pur comprendendo che tale disposizione derivi dall’applicazione di una normativa nazionale, non si possono e non si devono ignorare le ricadute pratiche sui cittadini, specialmente i più fragili.

“Mentre presso gli uffici CUP il pagamento avviene senza costi aggiuntivi, quando i cittadini – per ragioni di età, residenza o altre necessità – si rivolgono a tabaccherie o uffici postali, si trovano a dover sostenere commissioni che gravano sul costo della prestazione sanitaria. Una situazione che si aggrava ulteriormente nel caso di prescrizioni multiple – sostiene Primiani – dove ogni singola prenotazione comporta una commissione separata, moltiplicando l’esborso economico per le famiglie”.
Primiani in seguito cita un esempio: “Prendiamo il caso delle analisi del sangue: se bisogna pagare quattro o cinque ricette mediche, un anziano di un piccolo paese del Molise che non può recarsi allo sportello CUP dovrà pagarle presso una tabaccheria o un ufficio postale al costo di due euro in più per ogni prenotazione, quindi 8 o 10 euro in più in totale. Costi vivi che vanno a sommarsi al fatto che i molisani pagano già il ticket sanitario più alto d’Italia a causa della permanenza in Piano di rientro”.
“È paradossale che l’innovazione tecnologica, pur necessaria per modernizzare il sistema e renderlo più trasparente, finisca per penalizzare chi ha più bisogno di assistenza. Gli anziani, chi vive in comuni dove non ci sono sportelli CUP, i cittadini con difficoltà negli spostamenti, rischiano di vedere aumentato il costo effettivo delle cure. Ho interessato della questione il direttore generale dell’Asrem e il direttore sanitario, sollecitando verifiche immediate e l’adozione di soluzioni concrete. Si potrebbe pensare ad esempio a stipulare apposite convenzioni per eliminare le commissioni sui pagamenti delle prestazioni sanitarie. L’auspicio – conclude il consigliere regionale pentastellato – è che si possa intervenire a tutela dei cittadini e garantire che l’innovazione digitale non si traduca in una ulteriore “tassa” sulla sanità”.