Da quando è stato introdotto, la diffusione dello SPID, ovvero il Sistema Pubblico di Identità Digitale, ha sempre continuato ad aumentare, e in parte ha sostenuto la digitalizzazione dei cittadini meno propensi alla tecnologia. La possibilità di interagire con alcuni servizi della pubblica amministrazione direttamente da app, senza lunghe attese agli sportelli, è stata via via interiorizzata dalla popolazione, anche se non è stata uniforme in tutto il Paese.
Secondo i dati relativi al 2022, 32,2 milioni di italiani hanno attivato dai vari provider come Aruba e Poste il proprio profilo SPID, e il dato ha segnato una crescita di penetrazione del 30 per cento, passando a coprire metà della popolazione del Belpaese.
Lazio, Lombardia, Emilia-Romagna, Campania e Piemonte sono, in ordine, le Regioni in cui lo SPID è stato recepito e attivato da più della metà dei cittadini, seguite da Calabria e Marche.
Quanto alla situazione in Molise, il 52 per cento della popolazione ha deciso di registrarsi ai servizi SPID, un dato del 2 per cento inferiore alla media nazionale, ma comunque non troppo difforme, tenendo conto anche del fatto che l’altra fetta di cittadini ha scelto, come alternativa, la Cie, carta d’identità elettronica oggi al centro di importanti innovazioni e cambiamenti.
Secondo i dati emersi dall’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano (School of Management), ad aumentare è stata non solo la registrazione, ma l’uso dello SPID, con una media di 25 volte nell’arco del 2022, e una crescita di accessi del 14 per cento in un anno.
Tutto questo dipende anche da una crescente apertura dello SPID ai servizi privati, oltre che pubblici. Volendo fare una panoramica di tutte le attività rese possibili dal Sistema Pubblico di Identità Digitale, spiccano senza dubbio i servizi online delle amministrazioni italiane e quelle dei paesi dell’Unione Europea che hanno dato adesione al nodo eIDAS. Tramite SPID, per entrare nel dettaglio, si può consultare la situazione previdenziale sul sito INPS, il cassetto fiscale su quello dell’Agenzia delle Entrate, ma anche richiedere Bonus vari e la Carta del Docente, visualizzare il Portale Servizi Lavoro, collegarsi ai portali ACI e a quelli connessi ai vari Ministeri. Non mancano attività di volta in volta supportate e promosse dalle diverse amministrazioni locali e da Enti come le Università, ad esempio per i servizi di segreteria telematica.
In tutti questi ambiti la sicurezza nella trasmissione dei dati e la riservatezza degli scambi informativi è data dal supporto di tre livelli di sicurezza, che includono codici temporanei OTP (One Time Password) inviati allo smartphone dell’utente e chiavi crittografiche come la firma digitale.
Per questo motivo, nell’estensione dei servizi ai privati, l’Identità Digitale è divenuta anche un popolare strumento di autenticazione in ambiti come quello bancario, del trading online, del mercato delle criptovalute, dei casinò online con la registrazione SPID al posto di quella manuale, e di numerose altre attività. In tutti questi casi la garanzia offerta dall’Identità Digitale è quella della sicurezza su tutti i livelli, a partire dall’inserimento di corretti dati anagrafici fino alla protezione di password e dati sensibili, come possono essere il pin o il numero della carta di credito.
La diffusione dello SPID in questi ultimi due anni ha fatto sì che, nonostante le notizie ufficiali sulla nascita dell’IT Wallet, portafoglio digitale che sarà integrato all’app IO, l’Identità Digitale continuerà ad essere operativa anche nel prossimo biennio. Questo perché è stata prorogata, con 40 milioni di finanziamento, la convenzione con i provider fornitori dello SPID, che ad oggi sono Aruba, Infocert, Intesa, Namirial, Poste Italiane, Register, Sielte, Tim e Lepida.
Il contributo stanziato nell’ambito del Pnrr-3 andrà a coprire le spese per l’adeguamento delle infrastrutture tecnologiche, a tutta tutela della sicurezza dei milioni di italiani che, fino al 2025 almeno, continueranno a utilizzare lo SPID per interagire con Pubbliche Amministrazioni e imprese private.
Anche se in futuro la vera protagonista del cambiamento e della completa transizione al digitale sarà probabilmente la nuova Carta d’Identità Elettronica, è impensabile sospendere i servizi SPID in modo repentino, anche in considerazione di un crescente utilizzo negli anni.
Quello che resta certo – e ciò si deve anche al Sistema Pubblico di Identità Digitale – è che i passi in avanti fatti verso la digitalizzazione sono riusciti a vincere le resistenze iniziali, e non solo durante il periodo della pandemia, ad esempio, per la gestione dei Green Pass, dei cashback o dei bonus.
Il potenziale di comodità, sicurezza e velocità delle identità telematiche è ormai consolidato, e non resta che lavorare a un portafoglio definitivo in grado di connettere anche ai servizi sanitari, a quelli elettorali e a tutte le attività centrali nella vita dei cittadini di ogni parte d’Italia.