Lo scorso 13 giugno, nell’ambito di un sopralluogo relativo al monitoraggio dei grifoni, net territorio di Aielli, in località Prati di Cerro, nel Parco Regionale Sirente Velino, il team di Rewilding Apennines insieme al personale del Parco, si è imbattuto in una carcassa di maiale cosparsa di veleno, rinvenuta a pochi metri dai resti di un cavallo, consumato quasi completamente da grifoni e altri animali necrofagi.
Fortunosamente, la carcassa non presentava segni di consumo da parte della fauna.
Allertati immediatamente i Carabinieri Forestali di Celano, Il NIPAAF di L’Aquila (Nuclei Investigativi di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale) e il Nucleo Cinofilo Antiveleno di Assergi, il personale di Rewilding Apennines e la biologa del Parco Regionale Sirente Velino, dott.ssa Paola Morini, sono rimasti sul posto fino a quando è giunto anche il veterinario della Azienda Sanitaria Locale 1 di Avezzano, che ha disposto la rimozione della carcassa e la consegna all’Istituto Zooprofilattico di Teramo per le analisi chimiche e genetiche e l’avvio delle procedure di indagine da parte del Nucleo Investigativo di L’Aquila.
Quanto rinvenuto ad Aielli è un’ulteriore dimostrazione di come l’uso del veleno sia ancora diffuso in Appennino centrale, ad opera di chi ancora vede i grandi predatori come antagonisti e non alleati delle proprie attività economiche. Solo grazie alla presenza costante sul territorio del personale di Rewilding Apennines è stato possibile evitare un’altra strage, come quella invece avvenuta un mese fa a Cocullo, in cui un intero branco di lupi, nove per la precisione, è stato sterminato, insieme ad almeno otto grifoni – di cui due pulli nel nido – e due corvi imperiali. Sempre il mese scorso, altri due episodi di sospetto avvelenamento hanno portato alla morte di cinque grifoni in totale destando allarme in provincia di Frosinone, non lontano dalla Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, in pieno corridoio ecologico.
Ad Aielli il Nucleo Investigativo di L’Aquila ha immediatamente iniziato le indagini e ha individuato alcuni sospettati che avrebbero disposto la carcassa di maiale avvelenata con l’intento di colpire i lupi.
Di fronte a questo nuovo episodio di crimine contro la biodiversità, Rewilding Apennines e tutte le associazioni firmatarie della lettera di richiesta di interventi urgenti sul tema avvelenamenti indirizzata il mese scorso a tutte le autorità nazionali e regionali chiedono chiari segnali di risposta. Si ribadisce l’urgenza di intensificare i controlli sul territorio da parte degli organi di polizia per prevenire questi atti criminali e di varare in fretta una legge che sostanzialmente vieti qualunque attività produttiva per un lungo periodo sulle aree soggette a episodi di avvelenamento, come accade in caso di incendi (Legge 21 novembre 2000, n. 353) e come realizzato con successo da anni in Spagna.
Inoltre, visto quanto ancora la cultura del veleno sia radicata in Appennino centrale e in molte altre aree italiane, sarebbe importante investire a livello nazionale in una campagna di comunicazione ed educazione a lungo termine contro l’uso del veleno ai danni della fauna. Infatti, soltanto attraverso una forte prevenzione e repressione di questi crimini e una crescita della consapevolezza delle persone sul tema sarà possibile affermare sempre più la cultura della convivenza tra l’uomo e la fauna selvatica nel nostro Paese.