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  • Braccata pericolosa, Tagliamonte: «Basta rispettare le regole per evitare incidenti»

    Braccata sì, braccata no. L’ultimo incidente di caccia nei boschi dell’Alto Vastese ha riproposto il problema sicurezza. Troppi morti, ogni anno, in battuta. E nel mirino finisce la modalità di caccia in braccata, considerata, per ragioni oggettive e facilmente intuibili, più pericolosa rispetto ad altre modalità di caccia.

    Il dibattito è approdato anche in Regione Abruzzo, dove l’ex assessore alla Caccia, Mauro Febbo, ha chiesto l’applicazione del regolamento per la gestione faunistico-venatoria degli ungulati e presenterà una interrogazione al governatore. A suo avviso basterebbe l’applicazione di quel documento per innalzare i livelli di sicurezza a caccia. In realtà i due commi citati da Febbo recitano testualmente: 48.       A ciascuna squadra regolarmente iscritta nel registro dell’ATC e sulla base della richiesta formulata dalla stessa squadra, l’ATC assegna una sola zona su cui praticare in forma esclusiva la caccia al cinghiale fatti salvi i regolamenti delle MA di cui al comma 49.  49.       Le squadre assegnate alla MA devono adottare apposito regolamento (Regolamento per la caccia al cinghiale in braccata nella MA) per la disciplina dello svolgimento delle braccate, con particolare riguardo agli aspetti della sicurezza dei componenti delle squadre e degli altri fruitori del territorio, e al raggiungimento degli obiettivi indicati dal Piano di gestione quinquennale del cinghiale. In caso di accordo tra loro le squadre assegnatarie della MA, potranno operare all’interno della stessa senza il vincolo delle zone.taliamonte cani

    Secondo il consigliere Febbo, dunque, l’assegnazione di un territorio in via esclusiva ad una squadra comporterebbe già un miglior livello di sicurezza. Evidentemente siamo distanti dalla reale e concreta applicazione di norme che garantiscano la sicurezza dei cacciatori e degli altri fruitori dei boschi.

    In merito alla pericolosità della braccata abbiamo chiesto un parere tecnico all’avvocato e cacciatore Alfonso Tagliamonte (a sinistra nella foto, ndr).

    L’ultimo incidente nei boschi dell’Alto Vastese, costato la vita ad un cacciatore, rilancia il problema sicurezza e si torna a parlare della braccata come forma di caccia troppo pericolosa. Cosa ne pensa?

    «Vi sono sicuramente meno pericoli evitando il metodo della braccata. Meno ancora se non si va proprio a caccia. Scherzi a parte, avendo partecipato a cacce con tante poste e battitori sono invece dell’avviso di organizzarsi meglio, stabilendo regole ferree e di nominare un responsabile della sicurezza che assegna le postazioni, stabilisce ogni giorno le regole secondo i luoghi, anche se ripete le solite raccomandazioni (del resto anche chi viaggia spesso con l’aereo si sente ripetere tutte le regole da seguire durante il volo e in caso di incidente)».

    Quindi secondo lei anche molti cacciatori, concentrati su uno stesso territorio anche ristretto, posso andare a caccia mantenendo buoni livelli di sicurezza?

    «Certo. In Spagna ad esempio, durante la monteria, le poste vengono non solo assegnate poniamo lungo una pista ma anche posizionate nel margine della stessa del lato da dove viene effettuata la battuta per cui se si spara di fronte non vi sono rischi e se si spara quando attraversa, tra il puntamento e la fucilata l’animale non è mai sulla stessa linea con altri cacciatori. Qui giù da noi si improvvisa molto, ognuno spara e si ferma o si muove come vuole, carica l’arma ancora a pallettoni (dette in gergo venatorie “nove palle”, piombo spezzato, espressamente vietato in battuta, ndrmettendo a repentaglio la vita dei compagni e degli ausiliari, specialmente in caso di ferimento di verri esperti, porta sempre il fucile carico quando invece lo dovrebbe armare solo quando ha raggiunto la posta ed è stato dato inizio alla battuta e scaricarla dopo la fine della stessa».

     

    Insomma, molti se non tutti gli incidenti di caccia, anche quelli mortali, si potrebbero evitare applicando scrupolosamente alcune regole. Giusto? 

    «A mio avviso sì. Tornando sul tema del responsabile della sicurezza si osserva che oggi anche una piccola azienda deve avere obbligatoriamente il responsabile della sicurezza sul lavoro che è predisposto alla valutazione dei rischi connessi all’attività lavorativa, mentre, una squadra anche di diverse decine di persone, tutte armate, ne è priva».selecontrollore

    La braccata è considerata tra le forme di caccia più pericolose. Gli incidenti e le vittime, statisticamente, si registrano durante le braccate al cinghiale. C’è in atto un dibattito teso alla limitazione se non al divieto della braccata e alla sua sostituzione con altre modalità di caccia, come ad esempio la selezione. Cosa ne pensa?

    «Sul metodo della selezione, quindi una persona sola che aspetta il cinghiale, con carabina e ottica, posso dire che sicuramente è quello più sicuro, ma se ci si organizza e si rispettano le regole anche con la girata e con la braccata si possono evitare incidenti. L’importante è non fare le cose che possono creare situazioni di pericolo, come ad esempio spostarsi dalla posta assegnata».

    Ma le regole ci sono o vanno scritte?

     

    «Termino col dire che da parte della Regione e della Provincia è opportuno che si adotti un regolamento che consideri anche e principalmente la sicurezza, come strumento attuativo del piano faunistico. Solo il rispetto assoluto delle regole può limitare di molto il numero delle vittime».

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

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