AGNONE – Il ministro per il Sud è appena giunto ad Agnone e sta facendo visita, in questo momento, all’ospedale “Caracciolo”. Ad accoglierlo, insieme ai sindaci di zona e a tanti cittadini, anche don Francesco Martino, già cappellano ospedaliero e segretario nazionale del Coordinamento Italiano Sanità Aree Disagiate e Periferiche.
«La visita del Ministro Provenzano capita in un momento particolarmente propizio, perché è in discussione alla Camera dei deputati, proprio in questi giorni, la mozione Borghi e le altre proposte e strategie per il rilancio delle zone interne del Paese. – spiega don Martino al direttore dell’Eco, Maurizio d’Ottavio, inviato sul posto – Il ministro sta seguendo la discussione e dovrà riferire poi al Governo. Quindi o siamo fortunati o c’è addirittura qualcosa di più… – aggiunge il sacerdote giornalista, alludendo ad una visita quasi “provvidenziale” del rappresentante del Governo. Provvidenziale in quanto ispirata dalla Provvidenza divina appunto – Perché questa sua visita qui oggi nell’ospedale Caracciolo di Agnone, – riprende l’ex cappellano ospedaliero – è l’occasione propizia per fare proposte concrete per le aree interne e anche per migliorare la strategia Snai con particolare riferimento al tema della sanità, visto che l’attuale strategia non tutela i servizi ospedalieri. Inutile fare ipotesi di rilancio dei servizi sanitari sul territorio se con una mano dai, predisponendo appunto nuovi servizi territoriali, ma con l’altra togli, chiudendo reparti ospedalieri, tagliando posti letto e via dicendo. Chiediamo un primo intervento pilota, un milione di euro per gli ospedali di frontiera di Molise e Calabria, per garantire almeno i servizi di emergenza urgenza e quelli di supporto alla struttura, come ad esempio la garanzia di personale. Lo chiediamo come intervento immediato, ma poi come programma da inserire nella finanziaria prossima».
E in riferimento al personale sempre carente, inevitabile un accenno al “caso” tragicomico del concorso Asrem annullato per un vizio procedurale.
«E’ inutile nascondersi dietro un dito: solo tre email, ad altrettanti candidati, sono state mandate con una data diversa, errata. Una cosa abbastanza strana visto che solitamente si tratta di documenti identici inviati simultaneamente a tutti. Forse qualche manina ha cambiato la data a tre lettere di convocazione per creare questo pasticcio? Non voglio nemmeno pensarlo. Credo tuttavia necessaria una operazione di chiarezza, con una indagine interna all’Asrem sull’ufficio preposto a sbrigare le semplici pratiche di convocazione delle candidature per il concorso. Questi “pasticci” purtroppo penalizzano e danneggiano l’Asrem, gli ospedali sul territorio ma soprattutto i cittadini. Vorrei semplicemente il rispetto della legge e della legalità per tutti, soprattutto nelle aree periferiche e disagiate».