Il passaggio del tempo lascia il suo segno anche sulle opere più belle. Lo sanno bene i fedeli della parrocchia di San Michele Arcangelo a Sant’Angelo del Pesco che si sono attivati, dopo 160 anni, per il restauro conservativo del dipinto, olio su tela, della Madonna del Carmine che prende anche il titolo dell’Assunta. Il parroco, don Paolo Rossi, auspica che l’azione corale necessaria sia anche motivo di risveglio della fede nella piccola comunità e momento di riflessione sulle espressioni della vita religiosa.
Don Rossi coordina tutta la logistica e, nonostante le numerose incombenze del suo ministero, dovrà trovare il tempo per preparare la documentazione nel rispetto dell’intesa tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il presidente della Conferenza episcopale italiana relativa alla tutela dei beni culturali di interesse religioso appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche. Inoltre, dovrà concordare il tutto con il direttore dell’ufficio diocesano beni culturali don Gigino Moscufo che si rapporterà con il funzionario della Soprintendenza del Molise, Vincenzo Papa, esaminatore dell’ipotesi tecnica del restauro che dovrà rispondere ai criteri dettati dal Codice dei beni culturali. La pala d’altare presenta la Vergine nella gloria del cielo, assisa su un trono di nubi e incoronata dagli angeli, con in braccio il Bambino, che regge lo Scapolare, e due santi: Carlo Borromeo che rivolge lo sguardo verso la Vergine quasi estasiato dalla visione e Francesco di Paola in atto di adorazione, con il Crocifisso in mano, inginocchiato davanti ad un masso roccioso sul quale l’artista, memore della forte volontà e devozione della popolazione, riportò l’iscrizione: “Fatto a devozione del popolo di Sant’Angelo del Pesco nel 1863”.
Il dipinto, dalle dimensioni di 140 per 210 centimetri è incorniciato da una monumentale cornice lignea intagliata, dorata e ben rifinita. L’autore è il pittore Biagio Molinaro nativo di Trani, di formazione napoletana, maestro anche di Teofilo Patini. L’opera fu commissionata dalla Confraternita e dai cittadini che il 3 giugno 1862, a causa di un fulmine, ebbero distrutta l’antica immagine. La delicatezza con cui sono stati tratteggiati i volti, l’armonia dei gesti e la tenerezza, dell’intera composizione, denotano l’alta qualità del dipinto. L’icona della Vergine riporta una stella sulla spalla sinistra. Partito da Napoli, su carro, il quadro, da Castel di Sangro, si vuole che sia stato trasportato a spalla da 40 uomini che si alternarono sui 25 chilometri del percorso, ed il 23 agosto 1863 arrivati a Sant’Angelo, fu festa memorabile.
Il lavoro, dal costo di 12.000 euro, sarà affidato alla restauratrice di Beni Culturali, Anna Grazia Grassi che opererà presso il suo laboratorio sito in Bisegna-Aquila perché la delicatezza delle operazioni, sia sul quadro che sulla cornice, necessitano di accortezza tecnica e monitoraggio costante, par assicurarsi che l’intervento risulti il migliore possibile sia nella fase conservativa e sia nella fase di ripresentazione estetica. Un gruppo di parrocchiani, volontari, tra cui il sindaco Nunzia Nucci, verificheranno la tempistica del lavoro e i flussi della raccolta fondi fatta su base volontaria con versamenti sul conto corrente della parrocchia.
Cesidio Delle Donne