Una cerimonia privata, di famiglia, ma comunque sentita, quella che si tenuta nel pomeriggio di oggi a Schiavi di Abruzzo, in piazza Vittorio Emanuele, ai piedi della lapide commemorativa di Auro d’Alba, poeta futurista, soldato pluridecorato della prima guerra mondiale e successivamente console generale della Milizia.

L’iniziativa, del tutto privata e spontanea, è stata di Angelo Bottone, un lontano parente di Auro d’Alba, docente di filosofia presso l’Università di Dublino. L’accademico, che sta dedicando parte dei suoi studi alla storia della vita e degli scritti del poeta futurista e giornalista di Schiavi di Abruzzo, ha inteso rendere omaggio alla memoria del suo illustre parente deponendo un mazzo di fiori ai piedi della lapide commemorativa, in occasione del sessantesimo anniversario della morte.
Sull’edizione di ieri del giornale della Santa Sede, “L’Osservatore Romano“, a pagina 11, è ospitato un articolo firmato proprio da Angelo Bottone, che ripercorre alcune delle fasi della vita e dell’impegno sociale e caritatevole di Auro d’Alba.
«Coerente con le sue convinzioni, partecipò alla Prima guerra mondiale, combattendo tra i Bersaglieri. L’esperienza al fronte gli valse una medaglia d’argento e una croce di guerra, ma anche materiale per i racconti e le poesie degli anni immediatamente successivi» si legge in un passo dell’articolo.
Alla cerimonia odierna ha preso parte anche il presidente dell’associazione sportiva “Auro d’Alba”, che gestisce l’omonimo campo di tiro per armi da fuoco, Francesco Bottone.
