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  • Pasqua di guerre, terremoti, ignominie politiche e spopolamento: la riflessione che dà speranza di don Conti

    In un tempo di angoscia come quello che stiamo vivendo, arriva la Pasqua di quest’anno:  guerre disumane di armi e di dazi,  violenti terremoti,  ignominie politiche, i nostri piccoli paesi che continuano a spopolarsi, ansia di pace, di giustizia e di rinnovamento. Pasqua, evento fondamentale della nostra fede cristiana,  si pone come la frontiera di due mondi, tra la morte e la vita, tra il peccato e la salvezza. Da una parte troviamo la degradazione umana, quella tangente – “la madre di tutte le tangenti”, dice papa Francesco –  pagata al povero Giuda, gli sputi, le violenze, il calvario e la croce inflitti all’Innocente; dall’altra parte la Risurrezione, la sofferenza che esce redenta dalla notte della disperazione.

    E nella luce della Risurrezione, come scriveva Bernanos «anche l’Agonia, sorella povera della Carità, fu riscattata la notte del Venerdì Santo». In alto i cuori, dunque, e coltiviamo sempre la virtù teologale della speranza – oggi la più difficile – che, come ci ricorda papa Francesco: «non ammette la falsa prudenza di chi non si sbilancia per paura di compromettersi e il calcolo di chi pensa solo a sé stesso; la speranza è incompatibile col quieto vivere di chi non alza la voce contro il male e contro le ingiustizie consumate sulla pelle dei più poveri».  Questo è davvero un tempo per impegnarci tutti insieme a sperare.

    Don Alberto Conti

    Direttore della Caritas di Trivento

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