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  • Furti in abitazione e sicurezza in Alto Molise: il paradosso dell’indice di delittuosità

    «Sono sinceramente turbato per quanto accaduto, per questi furti che si sono verificati in paese, perché Capracotta solitamente non è “attenzionata” dai ladri, in quanto difficile da raggiungere e soprattutto scomoda per poi fuggire dopo aver commesso il crimine». Candido Paglione, sindaco di Capracotta, commenta i recenti fatti di cronaca che hanno interessato la sua comunità e quella vicina di San Pietro Avellana.

    Nei giorni scorsi, ma sarebbe meglio scrivere notti scorse, una banda di ladri è entrata in azione nel Molise Altissimo, mettendo a segno alcuni furti tra abitazioni ed esercizi commerciali. Quasi in contemporanea si sono registrati dei furti anche in Alto Vastese, come se si trattasse della stessa banda che ha stazionato in zona in questi giorni per fare bottino. I ladri sono entrati in un esercizio commerciale di Roccaspinalveti, infatti, nell’Alto Vastese e successivamente in un’abitazione dello stesso piccolo centro montano. Tornando all’Alto Molise, tuttavia, i Carabinieri della compagnia di Agnone, coordinati dal maggiore Evangelista, hanno immediatamente avviato le indagini finalizzate a tentare di risalire all’identità dei topi di appartamento.

    Primo passo dei militari l’acquisizione delle riprese del sistema di videosorveglianza installato a Capracotta. I Carabinieri hanno già visionato le immagini dalle quali viene confermata l’azione di una banda composta da tre soggetti, uno dei quali alla guida di un’Audi di colore scuro pronta alla fuga mentre gli altri due, con il volto travisato, facevano effrazione nell’abitazione. Mentre le indagini fanno il loro corso, il sindaco sposta il tema della sicurezza e del diritto ad essa per chi vive nelle zone interne dell’Appennino, sul piano politico, sottolineando quello che Paglione chiama «paradosso», ma che in realtà è una vera e propria sciocchezza, del tutto illogica.

    I fondi stanziati dal Ministero dell’Interno per il potenziamento o l’installazione di sistemi di videosorveglianza a difesa e tutela dei centri abitati, proprio in funzione preventiva e deterrente contro i reati predatori, vengono assegnati in base al cosiddetto indice di delittuosità. La ratio è quella di tutelare chi è maggiormente esposto a reati contro il patrimonio e ci potrebbe anche stare, ma applicando quel criterio meramente numerico, basato sulla casistica e sulla conta degli episodi criminali, è ovvio che tutto l’Alto Molise, con i suoi piccoli centri montani, venga tagliato fuori.

    Secondo il Ministero, in sostanza, a Capracotta ci sono statisticamente pochissimi furti in un anno e dunque non serve spendere denaro pubblico per garantire una maggiore tutela e sicurezza ai cittadini che vi risiedono. La solita logica dei numeri, quella applicata anche in materia sanitaria, che però collide e va in direzione opposta al disposto dell’articolo 3 della carta costituzionale, in base al quale «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali».

    Bisognerebbe aggiungere anche «senza distinzioni di residenza», perché il diritto alla sicurezza contro i ladri deve valere a Napoli o Milano, come a Capracotta e San Pietro Avellana, altrimenti l’uguaglianza sbandierata va a farsi benedire. Inoltre il citato articolo impone «alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impedendo loro il pieno sviluppo e la partecipazione all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». 

    Rimuovere gli ostacoli che limitano l’eguaglianza dei cittadini è un obbligo, non un consiglio, ma lo Stato, in questo caso il Ministero dell’Interno, decide che chi vive a Capracotta è meno uguale di chi risiede ad Isernia e dunque non ha diritto alle telecamere di videosorveglianza di sicurezza contro ladri e delinquenti. A rimuovere quegli ostacoli che limitano tale uguaglianza ci pensa allora Candido Paglione, che, sostituendosi allo Stato e mettendo mano al bilancio comunale, annuncia l’installazione di telecamere di sorveglianza e sicurezza di ultima generazione, in grado di leggere anche le targhe in condizioni di luce bassa e scarsa visibilità.

    Francesco Bottone

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