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  • Visite saltate al “Caracciolo”, il consigliere Paglione presenta un esposto denuncia in Procura

    Il “caso” del cardiologo che non c’è, con i pazienti in vana attesa, lì al “Caracciolo”, di una visita che non si è tenuta, finisce dritto sul tavolo della Procura della Repubblica di Isernia. L’iniziativa è del consigliere comunale di Belmonte del Sannio, Tonino Paglione, che si è trovato nella condizione surreale di attendere, da paziente dell’ospedale di Agnone, una visita specialistica, regolarmente prenotata, che non c’è più stata. Senza protestare lì davanti all’ambulatorio cardiologico chiuso, il consigliere comunale è tornato a casa e ha inviato un esposto denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Isernia, girato, per conoscenza, all’attenzione del Ministro della Salute, il professor Schillaci, e all’Asrem di Campobasso.

    Il consigliere comunale Paglione

    «In data primo aprile il postulante richiedeva al proprio medico di base una prescrizione medica,
    precisamente una “visita Cardiologica con annesso Elettrocardiogramma”; – scrive Paglione nel suo esposto – in virtù di ciò, il giorno successivo provvedeva ad effettuare la prenotazione di detta visita specialistica a mezzo del C.U.P. della Regione Molise. L’operatore sanitario prospettava diverse date e varie località dislocate nella
    Regione per poter effettuare i mentovati accertamenti; si conveniva di fissare l’appuntamento per il giorno 24 settembre alle ore 12,10 presso l’ospedale “San Francesco Caracciolo” di Agnone, distante quattro chilometri dalla località di residenza (Belmonte del Sannio, ndr). Tanto premesso, dopo un’attesa di quasi sei mesi, nella mattinata del prefato giorno lo scrivente si portava presso l’ospedale di Agnone par effettuare detta visita medica. Nell’accedere al reparto interno, ove il medico cardiologo avrebbe dovuto espletare la visita specialistica, un’infermiera riferiva che ormai da diversi mesi il medico cardiologo non effettuava le visite presso I’ospedale di Agnone; veniva anche riferito che il postulante non era l’unico paziente che si era portato in loco per effettuare la medesima prestazione. Nel pomeriggio della suddetta giornata, dopo tanti tentativi, il sottoscritto riusciva a contattare telefonicamente il C.U.P. della Regione Molise, al fine di chiedere contezza di tale assurda criticità; l’operatrice, dopo aver premesso che il C.U.P. non era competente a gestire detta situazione, ossia non era di loro competenza avvisare i pazienti per detta problematica, riferiva anche che, lo scrivente, non avendo effettuato la prestazione prenotata, era soggetto sicuramente ad una sanzione amministrativa, pertanto era opportuno fornire all’Asrem delle giustificazioni in merito a questa mancata visita. Assurdo». Come suol dirsi, oltre al danno, la beffa.

    «Signor Procuratore, – continua il consigliere comunale di Belmonte del Sannio – premesso che l’Asrem ha tutti i suoi diritti di organizzare e poi variare, sicuramente anche per giusta causa, i servizi di prestazioni sanitarie sul territorio regionale, così come ha fatto nel revocare/sospendere le visite specialistiche cardiologiche presso l’ospedale di Agnone, ciò che invece non è concepibile è la mancata comunicazione telefonica da parte di qualche pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio, il quale avrebbe dovuto immediatamente notiziare i pazienti prenotati presso detto nosocomio ed avvisare dello stato delle cose». «All’interno dell’Asrem, del CUP, ovvero di altri organismi, qualcuno aveva sicuramente l’elenco degli utenti prenotati, pertanto avrebbe dovuto immediatamente notiziare gli stessi della criticità emersa, invece ciò non è stato fatto» sottolinea il consigliere Paglione.

    «Alla luce di quanto narrato, – chiude l’esponente politico belmontese – voglia codesta Autorità giudiziaria valutare eventuali ipotesi di reato perseguibili d’ufficio a carico di ignoti che, dolosamente, non hanno adempiuto a compiere degli atti naturali ed elementari attinenti al loro servizio, tanto da creare danni morali se non addirittura fisici agli utenti, i quali si sono visti annullare una visita medica specialistica prenotata da sei mesi». Lo stesso Paglione si riserva la costituzione di parte civile nell’eventuale procedimento penale.

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