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  • “Caracciolo” ospedale di comunità, Cecola fuori dal coro: «Soluzione logica e di buon senso»

    La piazza e i sindaci, al di qua e al di là del confine territoriale tra Abruzzo e Molise, si mobilitano per scongiurare il declassamento dell’ospedale cittadino di Agnone, ma c’è anche una voce fuori dal coro secondo la quale la trasformazione in “ospedale di comunità” è una «soluzione logica e di buon senso». Lo ha dichiarato alla stampa il dottore Carmine Cecola, nella veste di segretario provinciale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale di Isernia.

    Il dottore Carmine Cecola

    «Il Molise, sulle cure primarie, non può permettersi di restare indietro rispetto al resto del mondo, cercando le soluzioni ai problemi di domani continuando a riproporre i modelli di ieri, ormai vetusti e superati ovunque come quello della guardia medica e dei sistemi ospedalocentrici» aggiunge Cecola. A suo dire, quindi, bisogna «fare pianificazione guardando ai dati oggettivi senza farsi influenzare dalle ideologie e, soprattutto in una regione come la nostra, da romantiche nostalgie». L’ospedale di area particolarmente disagiata di Agnone, così come definito e previsto dal decreto Balduzzi, sarebbe una «romantica nostalgia» per il segretario provinciale pentro della Federazione dei medici di medicina generale. E tutta la bagarre montata in questi giorni viene bollata, in sintesi, come una battaglia politica e di retroguardia, più che una seria e concreta proposta di rilancio della struttura sanitaria di confine.

    La trasformazione in ospedale di comunità, come per altro avvenuto in molte altre regioni d’Italia a partire dal confinante Abruzzo, è «una soluzione logica e di buon senso, – sottolinea Cecola – ottimale per garantire l’assistenza nelle aree interne, in linea con l’evoluzione dei servizi sanitari avanzati del resto del mondo, dove il vecchio modello basato sugli ospedali è già superato ovunque da strutture territoriali e tecnologie digitali».

    «Grazie ai decreti commissariali n.76 e n.86 del 2025, gli esperimenti avviati lo scorso maggio a Larino e Venafro diventeranno certamente esempi nazionali di buona sanità. – ne è convinto Cecola, che strizza l’occhio alla struttura commissariale – Una sanità sostenibile, efficiente ed efficace, e sappiamo che Agnone ha tutte le carte in regola per entrare in questo nuovo ciclo appena avviato, ma che il resto d’Italia già ci invidia». Tutto il resto, sempre a dire del dottor Cecola, si basa su «argomentazioni prive di basi scientifiche ed opinioni puramente ideologiche».

    «Chiunque persegua in tale narrazione deve essere consapevole del fatto che tale scelta sarà percepita come un’offesa alla professionalità ed ai sacrifici di tutti gli operatori della sanità “invisibile” della nostra piccola regione. – aggiunge il presidente della FIMMG Molise di Isernia – La sanità delle cure territoriali, che ogni giorno filtra la stragrande maggioranza degli accessi. La sanità dei Distretti, degli Ambulatori Specialistici, degli Infermieri di Comunità, dei centinaia di Medici di Medicina Generale e del loro personale assunto».

    «Come Medici di Famiglia, categoria che secondo un recente sondaggio continua ad essere la più apprezzata dagli italiani, siamo pronti a sfruttare tutto il nostro potenziale comunicativo, oltre ottanta contatti giornalieri con i pazienti, per favorire un’informazione appropriata rispetto al tema per noi fondamentale dell’ammodernamento del Servizio sanitario regionale, che attendiamo da oltre venti anni e che rappresenta non solo un obiettivo economico per il Molise, dalla realizzazione delle Case di Comunità e degli Ospedali di Comunità saranno incassati decine di milioni di euro, ma soprattutto un passo avanti decisivo per garantire cure migliori alla nostra popolazione».

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