La Asl aumenta l’offerta di prestazioni, anche ricorrendo a costose remunerazioni aggiuntive, ma poi tante sedute restano vuote perché gli utenti non si presentano e non annullano l’appuntamento, vanificando un lavoro che richiede risorse e coinvolge tanti professionisti. Questo il paradosso fotografato, in provincia di Chieti, dal Servizio Governo Liste d’attesa, grazie a un’analisi dei dati che mette in correlazione, nei primi nove mesi di quest’anno, il numero di prestazioni erogate, dei pazienti in lista d’attesa e del cosiddetto “drop out”, letteralmente “abbandono di un percorso”.
“I dati in nostro possesso disegnano un quadro sorprendente in negativo – tiene subito a precisare il Direttore generale della Asl Mauro Palmieri – che rendiamo noti al fine di sensibilizzare i cittadini sulla necessità assoluta di annullare una prenotazione che non si desidera rispettare. Gli appuntamenti che non vengono disdetti producono un danno doppio: rubano un posto che potrebbe essere occupato utilmente da altri utenti e annientano il nostro impegno di potenziamento dell’offerta. A queste condizioni diventa inutile qualunque sforzo a dare di più, è come nuotare controcorrente”.
Da gennaio a settembre sono stati 18.296 gli utenti che pur avendo prenotato una prestazione non si sono presentati all’appuntamento e non l’hanno disdetto, pari al 94% delle richieste in lista d’attesa dello stesso periodo, 19.334 in tutto. Un fenomeno che ha dell’incredibile, se si pensa che 7 giorni prima della data viene inviato a tutti gli utenti un Sms reminder che ricorda giorno e ora; nel caso si voglia annullare o modificare, basta ascoltare la voce guida che inoltra la telefonata verso un call center per dialogare con un operatore e cercare una nuova soluzione. Senza dire, in aggiunta, che la stessa operazione la si può fare in ogni momento presso qualunque sportello Cup o attraverso il sito internet aziendale.
Ma dall’analisi dei dati emerge anche un ulteriore elemento a tratteggiare un quadro già in sé poco confortante: circa il 20% delle prestazioni in “drop out” riguarda gli utenti che non avendo ricevuto l’appuntamento nel tempo di garanzia fissato dalle classi di priorità, seppure con un lieve scostamento, hanno chiesto di essere collocati in lista d’attesa, e pur avendo poi ottenuto un appuntamento anticipato non si sono presentati e non lo hanno annullato.
Ancora: esiste anche la categoria degli appuntamenti dati entro i tempi di garanzia che vengono rifiutati perché non graditi come sede di erogazione della prestazione, altro aspetto del fenomeno che viene ulteriormente chiarito: “L’analisi dei dati di questa fattispecie – sottolinea Giuseppe Vitolla, responsabile del Servizio Governo Liste d’attesa e sistemi di prenotazione – ci dice con chiarezza che il totale delle prestazioni disponibili ma rifiutate è stato pari a 44 mila solo fra quelle monitorate dal Ministero, a fronte delle 19 mila prese in carico in lista d’attesa. Vuol dire che il rispetto dei tempi di garanzia introdotto dalla Classi di priorità perde valore rispetto ad altri elementi di valutazione che attengono in prevalenza al gradimento della sede. Giova ricordare, semmai ce ne fosse bisogno, che obbligo dell’Azienda all’atto della prenotazione è dare la prima data disponibile fra tutte le strutture presenti nel territorio; se poi l’utente ne richiede una in particolare e l’attesa è più lunga dovrà attendere, ma sarà una sua scelta e non una colpa della nostra organizzazione”.
In provincia di Chieti il rispetto delle Classi di priorità è alto: viene data risposta al 95% delle prescrizioni urgenti. al 92% delle brevi, all’84% delle differite e all’83% delle programmate. Nei casi nei quali viene dato in prima battuta un appuntamento fuori soglia, l’utente viene richiamato nel giro di qualche giorno e ricollocato in anticipo rispetto alla data precedente grazie ai posti che si rendono liberi per le rinunce. Ecco perché annullare gli appuntamenti che non si possono o vogliono rispettare è assolutamente importante.