• In evidenza
  • Salta la fornitura di dispositivi salvavita per diabetici: la Asl non fa l’ordine, la ditta non spedisce e i pazienti restano senza

    Una singolare vicenda arriva all’attenzione della nostra redazione. Una storia paradossale, che mostra come tra i due litiganti, nel caso di specie la Asl di Chieti Lanciano Vasto e una ditta che fornisce apparecchiature elettromedicali, il terzo, che è il paziente, non gode affatto come invece vorrebbe il vecchio adagio, anzi ci rimette di tasca propria e rischiando anche la salute se non addirittura la vita.

    La storia è questa. Una giovane donna 26enne, residente in un piccolo centro montano dell’Alto Vastese, è affetta da diabete mellito tipo 1 dall’età di sei anni. La patologia la costringe alla somministrazione di insulina, un farmaco salvavita. La fornitura per il microinfusore, una macchinetta collegata al corpo da un catetere per somministrare l’insulina, e per i sensori che misurano la glicemia e comunicano con il microinfusore, vengono inviati direttamente da una ditta con sede a Milano.

    Non avendo ricevuto la fornitura, urgente e salvavita, la paziente si è attivata telefonicamente e con l’invio di email. Preliminarmente ha contattato il rappresentante di zona della ditta che ha riferito della «mancanza di ordine da parte della ASL». La farmacia ospedaliera di Vasto di fatto ha regolarmente inoltrato l’ordine e il piano terapeutico è tuttora valido, ma i dispositivi non arrivano. La paziente ha allora investito della problematica, con una email, l’azienda fornitrice che ha fornito risposta riferendo che per «inottemperanze della ASL agli obblighi fiscali/legali contrattualmente previsti» ha sospeso la fornitura del materiale.

    Nei giorni scorsi la paziente, è proprio il caso di dirlo, ha interessato l’Ufficio relazioni con il pubblico della ASL di Chieti Lanciano Vasto che, a sua volta, ha girato la pratica, per competenza, alla farmacia ospedaliera. Al momento, nonostante numerose telefonate e le comunicazioni scritte, non sono state fornite notizie in merito.

    A rendere ancora più complicata la situazione é il fatto che la giovane donna è una studentessa fuori sede quindi le difficoltà sono ulteriori per l’approvvigionamento dei presidi sostitutivi che necessariamente devono essere acquistati sul libero mercato, perché appunto la stessa è domiciliata in un’altra regione e non sul territorio di competenza del proprio servizio sanitario. Tra l’altro il passaggio da una terapia (microinfusore) all’altra (iniettiva con penne) e viceversa crea degli scompensi metabolici nel paziente. La Asl al momento tace e dei dispositivi salvavita non c’è traccia.

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.

    Lascia un commento