Ha suscitato scalpore la netta presa di posizione dell’ex presidente della Provincia di Isernia, esponente del Pd di zona e più volte sindaco, Lorenzo Coia, in merito all’annunciato declassamento dell’ospedale “Caracciolo” di Agnone. L’ex presidente si è scagliato contro i commissari alla sanità che hanno stilato il piano operativo, il documento che prevede la trasformazione dell’ospedale di area particolarmente disagiata dell’Alto Molise in un cosiddetto ospedale di comunità, a gestione infermieristica. Poco più che un poliambulatorio in sostanza.

«E’ interruzione di pubblico servizio» ha tuonato Lorenzo Coia e della sua presa di posizione abbiamo dato conto ai lettori nell’edizione di ieri, proprio su queste colonne. Apriti cielo, non lo avesse mai detto. Contro Coia, infatti, si è levato un coro di polemiche. Primo fra tutti il portavoce del comitato per la riapertura del viadotto Sente, o meglio “Longo”, l’ex comandante della Polizia municipale di Agnone, Giorgio Iacapraro.

«Con la sua presidenza alla Provincia è stato chiuso il viadotto “Longo” sul Sente. Ed è così da sette anni» commenta caustico Iacapraro. Il tentativo di zittire Coia non sortisce l’effetto desiderato tuttavia, infatti lo stesso ex presidente della Provincia pentra ribatte a stretto giro: «Io sono andato via a maggio 2019. I soldi sono arrivati e gli appalti pure. Si rivolga ad altri per snellire le procedure». Coia non ha colpe, dunque, a suo dire, in merito alle lungaggini che stanno interessanto la messa in sicurezza del viadotto che collegava l’Alto Molise con la sponda del Chietino al di là del fiume Sente, l’Alto Vastese.