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  • Orso tra l’Alto Molise e il Sangro-Chietino, a “rischio” la caccia al cinghiale in braccata

    La presenza accertata dell’orso bruno marsicano in un territorio può comportare la sospensione temporanea della caccia in braccata al cinghiale, per tutelare la specie e ridurre i rischi di disturbo o incidenti. Non è un suggerimento, né la presa di posizione di alcuni animalisti, ma quanto previsto dalle norme poste a tutela della specie a rischio estinzione. Gli avvistamenti, documentati con foto e video, di orsi bruni marsicani sul territorio di Agnone, tra Montecastelbarone e Rosello nel Chietino, stanno facendo discutere, soprattutto per le eventuali conseguenze pratiche che l’accertata presenza del plantigrado potrebbe e dovrebbe comportare.

    L’impronta dell’orso, ieri mattina a Rosello

    Giorni fa, ne abbiamo dato conto ai lettori su queste colonne, un orso ha visitato e devastato un apiario posto sul territorio di Borrello, sempre nel Chietino, ma al confine con l’Alto Molise. Secondo i Carabinieri forestali intervenuti per i rilievi del caso, l’episodio è strettamente correlato con gli avvistamenti documentati dell’orso nei boschi di Montecastelbarone. Se e quando un territorio viene scelto come dimora abituale da un esemplare di orso, come nel caso in esame, scattano, o meglio dovrebbero scattare delle misure di protezione, atteso che si tratta di un animale a rischio estinzione.

    La normativa di riferimento e gli strumenti di tutela si rinvengono nel cosiddetto “PATOM”, acronimo del Piano di azione per la tutela dell’orso marsicano appunto. Tra le prime misure di protezione vi sono le limitazioni all’attività venatoria, come la sospensione, in via precauzionale, della caccia in braccata ai cinghiali, considerata impattante per il resto della fauna e pericolosa per lo stesso orso.

    La tecnica venatoria in esame prevede l’impiego di mute di cani segugi che potrebbero scovare e inseguire l’orso, ad esempio. Inoltre, in condizioni di scarsa visibilità, come in caso di nebbia, l’orso in fuga può essere facilmente scambiato per un cinghiale e dunque abbattuto, sia pure accidentalmente, dai cacciatori. In Patom, dunque, invita le Regioni e le associazioni venatorie a sospendere o limitare la braccata in aree sensibili, dove è stata accertata la presenza non occasionale, ma stanziale, dell’orso bruno marsicano. Tra i casi recenti di applicazione di quanto previsto dal Patom, la Regione Abruzzo, nel novembre del 2023, ha disposto la sospensione della caccia al cinghiale in braccata nei comuni di Pescina, Gioia dei Marsi e Lecce dei Marsi, tutti nell’Aquilano, per proteggere due giovani orsi orfani.

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