«Non si riesce a capire poi come sia possibile che in questi giorni si preveda l’arrivo di circa 50 clandestini in un paese di poco più di 100 abitanti, Pietraferrazzana (CH)».
A tornare sulla questione che sta scaldando gli animi in paese è Gilberto Negretti, responsabile in Abruzzo per la sicurezza e l’immigrazione del movimento “Noi con Salvini”.
«Dopo Scontrone (Aq) , tocca a Fossacesia (Ch) salire alla ribalta delle cronache per l’incredibile situazione rilevata dai Carabinieri del Nas e dal personale dell’Asl nei centri di accoglienza per migranti richiedenti asilo. – continua Negretti – Le autorità hanno rilevato nelle strutture gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali. Nei tre centri CAS (Centri Accoglienza Straordinaria) di Scontrone gestiti da una cooperativa con sede in Molise, si erano rilevate presenze di muffe e odori nauseabondi con una evidente sproporzione dei posti letto rispetto alla metratura dei locali dove risiedevano i richiedenti asilo e soprattutto, fatto altrettanto gravissimo, il mancato rispetto dei requisiti edili ed abitativi dei locali stessi.
A Fossacesia – aggiunge Negretti – i rilievi hanno evidenziato ambienti non adatti ad ospitare persone nel rispetto dei fondamentali requisiti di abitabilità e vivibilità nonostante il centro sia classificato come S.P.R.A.R. In precedenza erano sorte altre problematiche e il centro gestito da una cooperativa di Roma era già stato al centro dell’attenzione delle autorità. E come non ricordare la chiusura del centro di accoglienza di Alfedena (Aq) nel quale Il Corpo Forestale dello Stato, oltre che ravvisare l’illegittimità del contratto, ha esteso il controllo anche sull’origine merceologica degli alimenti somministrati alcuni dei quali sono risultati scaduti; altri, congelati, non riportavano le indicazioni previste dalla legge in materia di etichettatura. E ora davvero non si riesce a capire poi come sia possibile che in questi giorni si preveda l’arrivo di circa 50 clandestini in un paese di poco più di 100 abitanti, Pietraferrazzana (CH). – A gestire la struttura di accoglienza, un ex hotel chiuso nel 2008 poiché non rispettava le basilari norme di sicurezza, una cooperativa della provincia di Isernia già al centro di un caso di mala gestione di un centro chiuso dai Nas a Termoli per cattiva gestione con condizioni di vita pessimi: cucine senza autorizzazioni, poco cibo e preparato male, bagni inidonei e 99 clandestini (la struttura ne poteva ospitare al massimo 23) ospitati in locali fatiscenti e angusti. Alla luce di quanto è emerso dai controlli, il movimento NCS Abruzzo si chiede come sia stato possibile assegnare ingenti risorse economiche a vere e proprie realtà imprenditoriali che non hanno operato nel rispetto delle condizioni imposte ma soprattutto ci si chiede il perché questi controlli siano scattati così in ritardo. E perché, dopo le accertate irregolarità, si è consentito a queste strutture di continuare a operare e a guadagnare anziché revocarne le autorizzazioni? E’ ormai palesemente chiaro come il fenomeno dell’accoglienza rappresenti per molti un vero e proprio business considerato che l’esito delle richieste dei richiedenti asilo può durare molto più del tempo previsto e che poi solo una piccola percentuale ottiene lo status di profugo. E le previsioni future – conclude Negretti –
sono allarmanti: in base agli ultimi dati del Viminale, i migranti sbarcati dal primo gennaio fino al 7 aprile sono 19.673; il trend è in crescita. Siamo già al 53% di arrivi in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E così se il 2015 aveva registrato un lieve flessione negli sbarchi (-9% sul 2014), il 2016 rischia di tornare a livelli record».