ISERNIA – Pubblichiamo, di seguito, il messaggio-denuncia lanciato on line dal medico in servizio presso l’ospedale di Isernia, Lucio Pastore.
L’inferno pronto soccorso continua. Abbiamo una media di 3-4 pazienti che hanno necessità di essere dializzati d’urgenza e che stazionano per giorni in pronto soccorso, fratture di femore buttate su barella che attendono disperatamente di essere allocate in qualche reparto, pazienti anziani con scompensi cronici che teniamo anche per una settimana in una struttura senza personale e senza mezzi per gestire la degenza. Tutto questo mentre abbiamo un flusso costante ed interrotto di pazienti che transitano per motivi più o meno seri. Si investe per allargare le sale mortuaria, dopo le situazioni scandalose verificatesi negli ultimi mesi, ma non si investe per aumentare il personale ed i posti letto e per ammodernare l’attrezzatura. I soldi per l’edilizia non mortuaria, per il personale e per i posti letto vengono dati ai privati che si scelgono i pazienti e non hanno pronto soccorso. In Molise abbiamo il paradosso di avere una notevole mobilità attiva che costringe, però, parecchi molisani ad emigrare, ad essere buttati per giorni su lettighe dei pronto soccorsi, ad avere tempi di attesa biblici. Quando i privati hanno difficoltà nella gestione dei pazienti lì inviano tramite 118 al nostro pronto soccorso. Questa mobilità attiva, ottenuta sottraendo posti letto , personale e mezzi alle strutture pubbliche, va tutto in profitto per pochi privati. I costi di questo sfascio li paghiamo noi cittadin, sia in termini economici che di qualità dei servizi. Questa è la sanità di Frattura dopo 5 anni di governo.
Forse è pure inutile denunciare tutto ciò perché sembra che abbiamo un popolo rassegnato al declino senza fine. Mi sarei aspettato una rivoluzione il questa melma creata per fare profitto. Invece niente. Nessuno si muove.
Speriamo solo che la vostra memoria non sia corta e si ricorsi i disastri di Frattura e di Iorio e di tutta una classe politica che sta annullando il territorio.
Continueremo a lottare fino a che sarà possibile ma in assenza di una presa di coscienza collettiva nella difesa dei beni comuni non riusciremo a cambiare il destino di decadenza del nostro territorio.
Lascio a voi questa riflessione……