Nonostante sia una condizione che accompagna la vita 189mila persone nel nostro paese, la sordocecità non è ancora una disabilità riconosciuta nella suo presentarsi come problema particolare con una propria identità. Nel 2010 la legge n.107 ha riconosciuto per la prima volta questa disabilità come unica a cui corrispondono alcuni servizi specifici, sia nella carenza di comunicazione sia nella necessità di ausili e nella mobilità. Tuttavia, a distanza di anni la normativa dimostra alcune difficoltà nel formalizzare la richiesta di accertamento di questa invalidità, come ad esempio l’incapacità nel processo di accertamento d’invalidità. La sordocecità non trova così, un processo unico di rilevamento coordinato da una singola commissione, imponendo alle persone di svolgere due distinti percorsi di accertamento separati di cecità e sordità. Un grave problema sociale a cui è costretto a incorrere chi ha più disabilità sensoriali.
La vita nella sordocecità
Gli ostacoli che impediscono il riconoscimento di chi possiede entrambe le disabilità sensoriali sono tantissimi. Come se non bastasse, la persona vive una condizione di buio e silenzio perenne. Il dato che vede il 45% delle persone come capaci di divenire sordocieche nel corso della vita o durante la vecchiaia descrive solo uno dei casi di diffusione della disabilità. Molte persone (il 14%), difatti, nascono con questa disabilità, sviluppandola nei primissimi anni di vita, o perdono la vista dopo una lunga vita in totale sordità (35%). Più di sei persone su dieci riscontrano delle difficoltà nel raggiungere parenti ed amici, ritenendo inaccessibili mezzi ed edifici pubblici. Un 78% degli intervistati dall’ISTAT dichiara l’impossibilità di occuparsi dei propri interessi o di partecipare a eventi pubblici. Di questi, la stragrande maggioranza dimostra una seria difficoltà nel semplice uscire di casa, fuori dai confini dell’ordinario e del conoscibile attraverso l’esperienza. Rompere la barriera domestica è possibile attraverso un percorso riabilitativo ben studiato, ritagliato sulle esigenze della persona e sulle sue particolarità.
Come interagire con la disabilità: rompere il muro del silenzio
Mai come altrove l’intervento di associazioni come la Lega del Filo d’Oro ad esempio è determinante soprattutto quando si parla di sostegno ai bambini disabili. Parlando delle persone affette da una disabilità plurisensoriale che intacca le funzioni visive e uditive, un adeguato percorso di riabilitazione è quanto mai necessario. La riabilitazione neurosensoriale e cognitiva, lo sviluppo delle capacità comunicative, lo sviluppo dell’autonomia nelle faccende quotidiane, ma anche le lezioni in aula e le attività integranti sono solo alcuni degli interventi che è possibile ritrovare nel programma di educazione proposto da questi enti. Si parla proprio di educazione come modo di accrescere le potenzialità della persona, abilitandola ad interagire con il mondo esterno secondo i propri sensi. Sono questi fattori determinanti non solo nell’ottimizzazione delle funzioni quotidiane, ma anche nell’accrescere la felicità della persona.