AGNONE – Solenne celebrazione, ieri sera, nella chiesa di San Marco Evangelista, particolarmente affollata da fedeli, per onorare la figura del patrono di Agnone, San Cristanziano. La liturgia officiata dal vescovo di Trivento, monsignor Claudio Palumbo ha visto la presenza del neo presidente della giunta regionale, Donato Toma seduto in prima fila al fianco del primo cittadino, Lorenzo Marcovecchio e dei componenti dell’esecutivo di Palazzo San Francesco.
Prima dell’inizio della funzione religiosa, accompagnata in seguito dalle note di Paolo Di Pietro all’organo e dalla strepitosa voce di Gianluigi Dezzi, il sindaco ha inteso donare le chiavi e i ceri della città a San Cristanziano, antico rito laico ripristinato da due anni e molto apprezzato da sua Eccellenza che ha voluto ricordare come un’analoga cerimonia si svolge a Venafro, sua città natale. Appello all’unione quello lanciato nel discorso iniziale dal sindaco della cittadina altomolisana, dove ha parlato di giovani troppo spesso costretti ad emigrare dalla propria terra.
“Nel segno di queste chiavi e di questi ceri intendo affidare a Dio per intercessione del nostro patrono e Martire Cristanziano ogni singolo cittadino: residente o emigrato – ha esordito Marcovecchio -. Desidero chiedere a San Cristanziano che ammorbidisca i cuori induriti dall’odio, dalla indolenza, dal disfattismo, dall’invidia e da ogni forma di cattiveria. Desidero chiedere a San Cristanziano che i progetti del nostro operato per edificare e costruire il bene comune, giungano a buon fine così da consentire ai nostri giovani di non essere costretti ad emigrare, ma di restare nella propria terra, tra la propria gente. Desidero chiedere a San Cristanziano che questa nostra Città, gloriosa per le arti dell’oro, del bronzo, del rame, possa risorgere e riaffermare il proprio orgoglio dando prova del suo splendore. Questa preghiera – ha concluso il sindaco di Agnone – affido a San Cristanziano a nome della comunità che rappresento e che rinnova, anche questa sera, il più ampio sentimento di devozione al suo Santo Protettore”.
Richiamo alla classe politica a tornare vicino alle istanze dei cittadini e soprattutto ai territori più deboli, quelli sofferenti che non ce la fanno, il monito del pastore di Trivento il quale nel benedire il lavoro del neo governatore della Regione Molise, lo ha invitato a scelte che riconducano l’uomo al centro della vita quotidiana. Non ha poi dimenticato i malati “portate loro una mia carezza”, gli anziani, i giovani, le famiglie che hanno un forte bisogno di religione. E nel giorno della mamma, il vescovo di Trivento, citando Trilussa, ha ricordato di recitare un’Ave Maria, che da sempre ci protegge e indica la strada nei momenti più difficili nel cammino della nostra esistenza.
Lavori – In occasione delle celebrazioni del patrono, il comitato organizzatore, grazie all’opera fornita gratuitamente da una ditta edile locale, ha effettuato dei lavori sulla scalinata antistante la chiesa di San Marco i cui segni dell’incuria erano sotto gli occhi di tutto. A volere le opere, l’amministrazione comunale con in testa il consigliere, Germano Masciotra.
Armando Bartolomeo