“Quando si parla di randagismo ogni paese ha qualche storia da raccontare. Ad Agnone, ci sono loro: Nico e Zoppetto. Abbandonati ormai da più di dieci anni, hanno vissuto per strada, accuditi da persone amorevoli che non facevano mancare loro cibo e riparo nei giorni più impervi. Sempre queste persone di buon cuore, si sono attivate per una raccolta firme che li avrebbe fatti diventare cani di quartiere, con l’obiettivo di lasciarli liberi e coccolati da quella stessa comunità che li aveva abbracciati fino a quel momento”.
E’ l’incipit della lettera inviata in redazione dalle volontarie dell’associazione animalista S.A.M.A., acronimo di “Salviamo cani mica animali,” nata ad Agnone poco tempo fa.
“Avremmo voluto una storia a lieto fine come quella di Carmelina, la cagnolina finita sotto tutela del Comune di Campomarino – aggiungono -. Sfortunatamente, non è stato possibile. Nico e Zoppetto sono stati oggetto di una campagna guidata dall’odio. Nel corso degli anni queste due povere anime si sono dovute scontrare con cittadini che di amore ne avevano ben poco. Persone che si sono letteralmente scagliate con cattiveria contro di loro. Giorni interi passati a segnalare e fotografare queste povere bestiole, costringendo l’attuale amministrazione comunale a contattare a malincuore chi di dovere per farli accalappiare. E ci sono riusciti. Una scena a dir poco straziante. Il vero terrore negli occhi di una creatura indifesa, sotto shock, ignara del perché di tanta crudeltà. Talmente spaventata da ritrovarsi nelle sue feci, in un angolino di una gabbia, all’interno di un furgone squallido. Altri cittadini – raccontano – hanno fatto denunce e c’è stato addirittura qualcuno che ha giurato di ‘farsi giustizia da sé’, forse dimenticando che oggi il maltrattamento animale costituisce reato”.
“In questo scenario, noi dell’Associazione SAMA non abbiamo potuto e voluto tirarci indietro. Abbiamo accolto Nico e Zoppetto, nonostante non sia stato semplice visto che siamo dovute ricorrere alla sedazione. Oggi siamo riusciti a trovare per loro uno stallo provvisorio, al sicuro da tutte quelle persone che, più volte, hanno tentato di scacciarli in malo modo o hanno provato a ferirli. Speriamo solo di poter dare loro un lieto fine, come è successo a Carmelina, trovando magari un’adozione di coppia che, ammettiamolo, sarebbe una rivincita verso tutte quelle persone che, mosse dall’odio, sarebbero ricorse a qualunque soluzione pur di non vederli passeggiare placidamente per le strade del paese. Con queste poche righe – cocnludono le volontarie – vorremmo chiedere a questi concittadini così agguerriti come ci si sente ad aver causato tanto dolore a due creature così indifese. Come ci si sente sapendo di aver investito così tanto tempo ed energie a preoccuparsi per due esseri innocui? Come ci si sente ad aver coinvolto con così tanto fervore le istituzioni impedendo loro di occuparsi di problematiche ben più gravi? Ci auguriamo solo che voi siate soddisfatti del dolore che avete inflitto”.