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  • Anziani e popolazione attiva: maglia nera per San Giovanni Lipioni, Rosello e Schiavi di Abruzzo

    Il tema del progressivo innalzamento dell’età media della popolazione rappresenta una sfida per tutti i paesi occidentali, in particolare in Europa. Questo comporta una serie di problematiche socio-economiche, a partire dal tema della sostenibilità dei sistemi previdenziali, che si basano sui contributi versati dai lavoratori per pagare le pensioni delle persone che si sono ritirate. Questa dinamica è presente anche nel nostro paese così come in Abruzzo il cui territorio si caratterizza per una forte componente di aree interne e montane. Queste zone sono particolarmente colpite dal fenomeno anche perché, a fronte dell’invecchiamento della popolazione, nel tempo sono calate le nascite.

    Garantire la tenuta del sistema sociale rappresenta una sfida particolarmente complessa, soprattutto in questi contesti, che però può essere vinta anche grazie al contributo degli stessi anziani. Queste persone infatti possono rappresentare un’importante risorsa. Il loro contributo volontario può essere prezioso non solo in piccole attività per la comunità, dalla cura dei minori alla manutenzione del territorio, ma anche nel sostenere l’economia locale, tramandando mestieri e tradizioni del territorio. Affinché questo sia possibile però servono delle politiche mirate.

    Da questo punto di vista il primo elemento interessante da osservare è che nella regione ci sono ben otto comuni in cui il rapporto tra persone anziane e popolazione in età attiva è sbilanciato a favore dei primi. Ciò significa che in questi territorio si trovano più anziani che persone attive. Si tratta dei comuni di Villa Santa Lucia degli Abruzzi (145,7%), San Giovanni Lipioni (135,5%), San Benedetto in Perillis (126,2%), Schiavi di Abruzzo (117,4%), Rosello (117,2%), Ortona dei Marsi (109,9%), Montebello sul Sangro (106,3%) e Colledimacine (103,8%). Tutti territori che sorgono nelle aree interne della regione.

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