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  • Aree interne, Uncem con i vescovi: «Piramide rovesciata, cittadini protagonisti vicini a parroci e sindaci»

    Con i Vescovi delle aree interne e montane del Paese riuniti a Benevento sappiamo che possiamo Camminare insieme. Lo scriveva uno dei più grandi del Novecento, Michele Pellegrino. Che aveva definito nuovi percorsi di azione, coesione, impegno, per le comunità vive, che stanno in Comunione».

    Lo affermano Vincenzo Luciano, Vicepresidente nazionale Uncem e Presidente Uncem Campania, e Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

    «Questa è la grande sfida. Evitare di perdersi nel rancore, nelle tifoserie, nell’arrabbiatura, nelle solitudini, nell’abbandono, nello spopolamento. Concetti che richiedono di essere accantonati, un esame approfondito nella complessità. Parole che non sono più per noi. Siamo invece aperti alla Speranza, al costruire ponti, percorsi tra Chiesa e comunità civile, Istituzioni pubbliche secondo le regole scritte nel Novecento. Comunità che è una sola. Una. Al di là di credenti o non credenti. Poco importa. Condividiamo con la CEI necessità e opportunità di sinergie per affrontare le sfide della crisi climatica intrecciata alla crisi demografica. Il Rapporto Montagne Italia Uncem narra di una società diversa, di una montagna e di aree interne del Paese che sono vive, determinanti per l’Italia, in crescita in molte zone nel tasso migratorio. Nuovi abitanti. Nuove idee e capitali. Innovazione. Dobbiamo usare tutte le risorse economiche pubbliche e private disponibili, attivarne nuove in sede europea, usare il Fondo sviluppo e coesione non usato dallo Stato. E pensare a investimenti decisivi dal 2028. Come esiste il PON Metro, serve un Piano nazionale Aree interne e Montagne. Con altri Paesi UE facciamo positiva lobby. Per un piano europeo dotato di miliardi di euro, anche per intervenire sulla fiscalità. Peculiare e differenziata. Partiamo. Siamo con i Vescovi in questa azione, come con le Datoriali, il Terzo Settore, con tutte le Istituzioni. Con i Comuni non da soli ma nel NOI. Dobbiamo essere efficaci. Dire che i territori sono Nuovi perché vogliamo vederci Nuovi. Otri nuovi per vino nuovo. Ecco quel che ci convince.

    Non lasciarci andare alla marginalità, al dire che qualcuno deve fare e deve darci, che è sempre colpa della politica. Siamo noi a dover costruire. Serve un rinnovato impegno di Regioni, Governo, Parlamento. I Comuni non possono continuare a lavorare da soli, come se tutto fosse uguale a trent’anni fa. Insieme si vince per essere ancora. Piramide rovesciata, cittadini protagonisti vicini a parroci e sindaci. Laicato impegnato dice la Chiesa del Sinodo. Decisivo. Dove mancano preti, i laici fanno la differenza. È una azione importante. Condividiamo il percorso. Nel Camminare insieme che a Benevento, con Accrocca, Zuppi e tuti i Vescovi italiani delle Diocesi montane e interne, abbiamo condiviso. Non senza impegno delle Città. Attiviamole subito. In un patto vincente per territori e capoluoghi. È il momento giusto. Vedersi nuovi e urgenza culturale di nuova narrazione, mettendo in luce il molto che unisce piuttosto quello che divide. Partendo dalle comunità delle Parrocchie e dei Comuni».

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