Si aprono il 14 febbraio per concludersi sabato 15, presso il Gran Hotel Baglioni a Firenze, i lavori del sesto congresso nazionale ARCA cardioncologia (Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali). Un appuntamento importante per tutti gli specialisti italiani del settore, per confrontarsi sulle ultime terapie in materia oncologica, definire modelli di sorveglianza di trattamento degli eventi potenzialmente cardiotossici secondo le linee guida ESC di cardioncologia e presentare progetti nuovi atti a migliorare i servizi delle strutture ospedaliere su tutto il territorio nazionale.
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Un evento che vedrà come Responsabile scientifico e relatore la dott.ssa Cristiana D’Ambrosio dirigente medico cardiologo del P.O. “F. Veneziale” di Isernia – Responsabile Cardioncologia per ARCA (Associazione Regionale Cardiologi Ambulatori) ed Estensore Linee Guida AIOM 2020 “Lungoviventi”) saranno inoltre presenti relatori del settore oncologico e cardioncologico di importanza nazionale, prof. Diego Cortinovis direttore Lung Unit UOC Oncologia San Gerardo di Monza, Dott. Stefano Oliva direttore UOSVD di Cardioncologia Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari, Dott.ssa Maria Laura Canale Responsabile Cardioncologia ANMCO.
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La dottoressa D’Ambrosio affronterà il tema della dislipidemia nel paziente oncologico, uno dei fattori di rischio forte predittore di malattie cardiovascolari. Recenti studi hanno evidenziato che lo sviluppo del tumore e le terapie antitumorali sono intimamente collegati al metabolismo del colesterolo e possono essere un fattore determinante dell’aumento della morbilità e mortalità cardiovascolare in questa popolazione.
Gli agenti chemioterapici spiega la dottoressa D’Ambrosio, influenzano il metabolismo lipidico attraverso diversi meccanismi, pertanto durante il congresso, saranno messe in luce le prove meccanicistiche e cliniche che collegano le terapie citotossiche comunemente utilizzate con il metabolismo del colesterolo e le potenziali opportunità per limitare il rischio aterosclerotico in questa popolazione di pazienti.”