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  • “Dare un’anima alla politica” per ribaltare la logica dei numeri che penalizza le aree interne

    E’ andato a seguire la conferenza di don Bruno Bignami «per prendere appunti», da amministratore attento che vede, in visione, il bene comune, e tenta di realizzarlo a beneficio di tutta la comunità. Daniele Saia, sindaco di Agnone e presidente della Provincia di Isernia, ha presenziato, nei giorni scorsi, alla presentazione del volume “Dare un’anima alla politica“, del sacerdote impegnato che vuole far riflettere sul ruolo dei cristiani in politica.

    Un’opera che «prova a gettare la legna della spiritualità sul fuoco della politica, nel tentativo di riscaldare un ambiente gelido e talvolta inospitale». Una iniziativa promossa dal Comune di Castiglione di Messer Marino, dalla sindaca Silvana Di Palma, con la collaborazione della BCC Abruzzi e Molise e della Scuola dei piccoli Comuni. Insieme a Saia l’omologo presidente della Provincia di Chieti, Francesco Menna, altro amministratore che ha come faro il bene comune, l’assessore comunale di Agnone, Enrica Sciullo, molti sindaci dell’Abruzzo e del Molise e il vicario generale della Curia di Trivento, don Mario Fangio, con diversi altri parroci della diocesi a cavallo tra Abruzzo e Molise, da don Francesco Martino, a don Pietro Monaco a don Alberto Conti, instancabile direttore della Caritas.

    «La politica non va screditata. – ha esordito don Bruno Bignami, autore del volume che indaga e in qualche misura sprona all’impegno politico dei cristiani – C’è invece bisogno di tenere a cuore la politica, per l’importanza che essa riveste per i cittadini e i territori, anche quelli delle cosiddette aree interne. Certo la logica del proprio interesse, alla quale spesso si assiste, è la negazione del concetto stesso di politica. Dobbiamo riscoprire il valore e la bellezza della politica che è esattamente il prendersi cura degli altri, soprattutto degli ultimi, di chi per varie ragioni è rimasto indietro. Come dice il presidente Mattarella c’è un diffuso “analfabetismo democratico”, che allontana sempre di più i cittadini e i giovani dalla politica».

    Il reverendo ha declinato allora la politica, quella da rifondare in qualche maniera proprio grazie all’impegno dei cristiani, utilizzando tre parole, che sono anche progetti e aspirazioni, visioni verrebbe da scrivere: fraternità, sguardo e parola.

    «Lo ha ricordato anche Papa Francesco nelle sue encicliche sociali: la politica è e deve essere esercizio di fraternità. – ha spiegato il sacerdote scrittore – Se la logica che muove la politica è quella dei numeri e del consenso è chiaro che le aree interne sono penalizzate in partenza. La fraternità ci insegna che bisogna ribaltare la logica dei numeri e quindi investire di più, politicamente e anche economicamente, proprio nelle aree interne, quelle penalizzate, marginalizzate e rimaste indietro. Servono persone e politiche che riescano a tessere reti comunitarie».

    Altra parola chiave è sguardo: «Dove e cosa guarda il politico? Ai numeri, al consenso elettorale. – ha aggiunto don Bignami – Invece dobbiamo ispirarci allo sguardo di Dio che si posa sugli umili, sugli ultimi, lì dove nessuno guarda». Una politica ispirata al vangelo, dunque, che ribalta le logiche attuali, finalizzate solo a perpetuare un consenso, non invece a perseguire il bene comune. Terza e ultima parola chiave è stata appunto “parola”: «I politici devono tornare ad essere di parola e non di parole; non promesse vane, ma concretezza per i territori, soprattutto quelli marginali delle aree interne».

    Tre parole e tre impegni da portare in politica, per cambiarla da come è adesso e farla tornare ad essere uno strumento, non il fine. Strumento per il conseguimento del bene comune, che in definitiva non è altro che la giustizia sociale. «Né a destra, né a sinistra e nemmeno al centro, – ha chiuso don Bruno Bignami citando il più famoso don Pino Mazzolari – ma una politica che stia in Alto». Con la A maiuscola che indica una prospettiva cristiana ed evangelicamente orientata.

    A laicizzare il discorso di don Bignami è stato proprio il presidente della Provincia di Isernia, Daniele Saia, che in chiusura è intervenuto con queste riflessioni: «Fare politica non deve essere considerato un crimine. Invece si assiste ad un disimpegno generale, da parte di tutti. Ci si allontana sempre di più non tanto dalla politica, quanto dai politici che la distorcono. Ripartire allora dalla carta Costituzionale. Da lì discende il bene comune, il riequilibrare le sorti dei territori, sostenendo proprio i più svantaggiati e sicuramente al di là della logica dei numeri. E, permettetemi, bisogna anche uscire dal solito vittimismo sulle aree interne. Non vogliamo elemosinare, ma vogliamo che siano applicati i principi costituzionali di eguaglianza, per raggiungere i quali servono politiche in grado di ri-equilibrare i territori e i Comuni svantaggiati. Bisogna avere questa visione di sviluppo, ma per conquistarla serve l’impegno di tutti i cittadini». 

    Francesco Bottone

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