• Top news
  • Encomio allo staff vaccinale di Agnone, lettera al Papa e al Presidente Mattarella

    «Facendomi portavoce e interprete del desiderio di numerosi cittadini che intendono ringraziare concretamente lo staff vaccinale di Agnone, comunico che è stata scritta una lettera al Presidente della Repubblica e al Santo Padre affinché si adoperino per mettere in atto quanto in loro potere per una forma di encomio per tutti i volontari coinvolti nella campagna vaccinale». E’ quanto annuncia pubblicamente Nunzia Zarlenga, ex vicesindaco di Agnone, impegnata nel sociale e nella difesa dell’ospedale “Caracciolo” in particolare.

    Un encomio, un premio, per lo staff guidato dall’attuale vicesindaco Di Nucci: medici, infermieri e volontari dell’associazione nazionale Carabinieri che hanno vaccinato l’intero Alto Molise contro il Covid, restituendo quella tanto agognata normalità. E per dare maggiore forza alla richiesta, l’ex amministratrice Zarlenga annuncia anche una raccolta firme: «Chiunque, sia in Agnone che nei comuni limitrofi, vorrà aiutarci nella raccolta firme sarà  benvenuto, così come tutte le attività commerciali che vorranno prestarsi ad essere “punti raccolta firma”. Ci i serve una mano. Non si esclude la possibilità di organizzare banchetti a patto, appunto, che ci siano persone disposte ad aiutarci. Intanto potete  già collaborare col passaparola».

    Di seguito il testo della lettera indirizzata al presidente Mattarella e a Papa Francesco: «Egregio Signor Presidente, Sua Santità Papa Francesco, Siamo cittadini altomolisani che desiderano portare a conoscenza come nel nostro paese è stata affrontata la campagna vaccinale contro la terribile pandemia che ha colpito il mondo intero. Come sapranno la situazione sanitaria molisana non è delle più rosee, anzi subiamo giornalmente le conseguenze della sua inadeguatezza, che va dalla carenza di posti letto, di personale ai tagli eseguiti sugli ospedali e sulla nostra pelle. Un esempio su tutti è la sorte dell’ospedale “San Francesco Caracciolo” di Agnone, fatto a pezzi e a rischio chiusura nonostante ospedale di area particolarmente disagiata che serve il vasto territorio dell’Altomolise e del vicino Abruzzo. Ad Agnone, un piccolo paese dell’Alto Molise, un gruppo di volontari composto da medici, perlopiù pensionati, infermieri, amministrativi, polizia municipale e membri della Protezione civile ha deciso con grinta e forza di volontà di portare avanti la campagna di vaccinazione anti-Covid a beneficio di una  popolazione di oltre 10mila abitanti, residenti nella cittadina e nei comuni limitrofi. Da quel momento, e fino ad oggi, sono stati mossi dall’unico obiettivo di proteggere la vita delle persone e contribuire alla rinascita del Paese. Il loro motto: “raggiungere quante più persone possibile e fare in fretta”.

    Non c’è stato riposo, non c’è stata domenica che abbia interrotto il loro duro lavoro. Persino a Pasqua, infatti, nell’hub di Palazzo San Francesco hanno continuato a vaccinare.  È difficile trovare le parole per spiegare la profonda gratitudine che proviamo verso questi uomini e donne: nessuno di noi è stato trattato come “un pollo da batteria”, hanno avuto sempre parole e modi gentili placando anche l’ansia che molti provavano per la vaccinazione. Ci hanno sempre e costantemente informati sui possibili disturbi ed effetti secondari del vaccino, hanno accompagnato porgendo il braccio ai più anziani o deboli, e per tutti c’era una parola adeguata e affettuosa: un gruppo instancabile e caparbio. È una parte dell’Italia che ci piace, di cui siamo orgogliosi. Il nostro desiderio, con la presente, sarebbe poter esprimere la nostra riconoscenza a queste persone meravigliose e ringraziarle. Non sappiamo cosa Lei Signor Presidente, e Lei Santo Padre, possano fare, quali siano i modi, i tempi, gli iter: a noi basterebbe una lettera  di encomio del Presidente, una Benedizione particolare, qualsiasi cosa ritengano opportuna e che possa dimostrare a questi volontari la nostra gratitudine. Hanno colpito il cuore di tutti le parole di Papa Francesco: “La premura di chi cura è come una carezza”. Ecco, noi vorremmo restituire questa carezza a chi si è preso cura di noi».

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.

    Lascia un commento