La prima fumata del comignolo della Cappella Sistina, dove da questo pomeriggio i 133 cardinali elettori sono riuniti per eleggere il nuovo Papa, è stata nera, come ampiamente prevedibile. Alle 21 precise infatti si è visto chiaramente uscire il fumo nero, segno della mancata elezione del Pontefice.
Dopo l’extra omnes e la meditazione del cardinale Raniero Cantalamessa, dunque, i porporati hanno deciso dunque di effettuare il primo scrutinio – l’unico facoltativo, come stabilisce l’Universi Dominici Gregis – così come era avvenuto nel Conclave del 2013 e in quello del 2005. Nel 2013 la prima fumata nera era stata alle 19.41.
Intanto spontaneamente dal tardo pomeriggio circa 45mila fedeli sono convenuti attorno al colonnato del Bernini, per il primo appuntamento con il tradizionale segnale che fa stare i fedeli col naso all’insù, in attesa di conoscere il nome del 267° Papa. L’atmosfera sembra serena e gioiosa, sia pure ancora sospesa. Il responso del Conclave più affollato della storia della Chiesa non è ancora giunto.
Le votazioni dei cardinali elettori riprenderanno domattina.
Il conclave più lungo e quello più breve
Il conclave più lungo si tenne a Viterbo tra il 1268 e il 1271, con quasi tre anni di stallo prima dell’elezione di Gregorio X, un record mai eguagliato. Il più breve avvenne nel 1503: l’elezione di Giulio II fu completata in un solo scrutinio in circa un giorno, grazie a un consenso preesistente tra i cardinali, rendendolo uno dei conclavi più rapidi della storia.
Il conclave più lungo e le sue conseguenze
Al termine del conclave di Viterbo fu eletto Gregorio X, che con la costituzione “Ubi Periculum” (1274) stabilì regole stringenti per l’elezione del pontefice: clausura assoluta, riduzione progressiva del vitto e isolamento totale. Queste norme, nate da quell’esperienza estrema, regolano ancora oggi i conclavi.