Giorno del Ricordo, strappati i manifesti affissi a Trivento per ricordare le vittime delle Foibe e l’esodo Giuliano-Dalmata. Il Coordinamento regionale dell’Unione degli Istriani condanna l’episodio. «Un gesto vigliacco, figlio dell’ignoranza e dei troppi tentativi di negazionismo che ogni giorno provano a cancellare la memoria storica di quella che fu una vera e propria pulizia etnica messa in atto da Tito nei confronti degli italiani».

Secca e decisa la condanna di Gianni Meffe, Coordinatore regionale dell’Unione degli Istriani, per quanto accaduto a
Trivento dove ignoti hanno strappato i manifesti fatti affiggere da alcuni cittadini per ricordare le vittime dei massacri delle Foibe e l’esodo giuliano-dalmata.

«Ormai quelli che una volta venivano definiti “revisionisti” oggi si identificano, e vengono identificati da una parte faziosa del nostro Paese, come “contestualizzatori dei fatti avvenuti al confine orientale”, ma la verità è che sono stati e saranno sempre dei negazionisti dei crimini messi in atto dai partigiani di Tito quando la guerra era finita e nei confronti di migliaia di innocenti. Fatti gravissimi e resi possibili grazie anche al colpevole silenzio del governo italiano e al “discreto e tacito appoggio” di parte del mondo comunista. Strappare un manifesto che ricorda una tragedia come quella delle Foibe è un gesto di una codardia unica che palesa ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, il livello di chi ha paura di fare i conti con la storia. A fronte di questi episodi, che colpiscono purtroppo anche il nostro Molise, – conclude Meffe – bisogna rispondere investendo sulla conoscenza e aumentando le iniziative di divulgazione storica. Mi auguro che gli autori di questo gesto possano visitare la mostra che allestiremo a partire dal 15 marzo a Campobasso, auspico infatti che di fronte a documenti storici incontrovertibili anche loro possano aprire la mente e smettere di credere a chi prova, ancora oggi, a nascondere i crimini commessi dal comunismo».