L’accesso all’insegnamento, all’interno della scuola dell’infanzia e primaria, ha subito numerosi cambiamenti a seguito dell’emanazione di diverse regolamentazioni.
Nel corso del tempo, la figura professionale associata a questo ruolo era di matrice esclusivamente femminile. Dai suoi albori fino a qualche decennio fa, infatti, l’istruzione rientrava in una dimensione legata alla figura femminile. Ad oggi, per effetto di importanti interventi normativi, non solo è cambiata la locuzione – non più maestra/maestro ma educatrice/educatore – ma da circa un trentennio, questa professione è svolta da entrambi i sessi, superando quella visione stereotipata che connotava l’insegnamento in passato.
L’unico punto in comune con il passato è la necessità di essere dotati di pazienza e tanta empatia. Bisogna ricordare che il ruolo di educatore/educatrice presuppone un costante confronto e approccio con bambini che stanno sviluppando il loro Io interiore e la loro personalità, per questa ragione è necessario che il/la futuro/a maestro/a abbia le giuste competenze e conoscenze per porre le basi utili al proseguimento degli studi con non troppe difficoltà.
Ma quale formazione accademica è prevista per svolgere questo ruolo?
Il percorso universitario che consente l’accesso alla scuola primaria o dell’infanzia è individuabile: nella Laurea in Scienze della Formazione Primaria curriculum Educatore Servizi per l’infanzia (L-19) o nella Laurea Magistrale in Scienze della Formazione Primaria. In sostanza bisogna sostenere gli esami di scienze della formazione il cui superamento consentono allo studente di acquisire un background funzionale al successivo svolgimento del tirocinio prima e lavoro poi. In ogni caso, l’accesso è generalmente regolato da un test d’ingresso, le cui modalità di svolgimento sono rimesse all’autonomia delle università. Tuttavia, anche coloro che abbiano conseguito, entro l’anno scolastico 2001-2002, il diploma di Istituto Magistrale o di Scuola magistrale (solo per la scuola dell’Infanzia), potranno accedere al mondo dell’insegnamento. Sono, altrettanto, considerati validi il diploma di Liceo Socio-Psico-Pedagogico e il diploma Magistrale sperimentale ad indirizzo Linguistico, di durata quinquennale. Tuttavia, dal 2014 il MIUR ha stabilito che a queste graduatorie potranno accedere oltre ai laureati, anche i diplomati entro l’anno scolastico 2001-2002. Per coloro che avessero conseguito il diploma sperimentale del magistrale indirizzo linguistico era, invece, riconosciuta la possibilità di accedere alla Seconda Fascia delle Graduatorie Provinciali d’Istituto, quale titolo abilitante.
Quando il desiderio di insegnare arriva nel corso del tempo, quando magari si sta già svolgendo un impiego, come conciliare lavoro e studio?
Una delle opzioni maggiormente prese in considerazione negli ultimi anni sono le università che si avvalgono della didattica online. Così ad esempio, l’Università Niccolò Cusano, offre a i suoi studenti la possibilità di optare sia per un corso che si svolge in modalità e-learning, con lezioni presenti in piattaforma 24 ore su 24, o anche in presenza presso il Campus romano.
E per i diplomati dopo il 2002?
Sulla base delle indicazioni del MIUR, i diplomi conseguiti dall’anno scolastico 2002/2003 richiedono, per l’accesso alla professione, il conseguimento della laurea e il tirocinio obbligatorio. Sono interessanti anche le prospettive occupazionali. Scienze della formazione primaria rappresenta una delle facoltà che maggiormente garantiscono, a pochi mesi dal conseguimento del titolo, l’accesso al mondo del lavoro.