• In evidenza
  • Morti bianche e mancanza di lavoro nelle aree interne, Agnone celebra il 1° Maggio

    Mentre l’Italia si prepara a celebrare il Primo Maggio, la strage silenziosa nei luoghi di lavoro continua senza sosta. Lo ricorda con forza l’Amministrazione Comunale di Agnone che giovedì 1° maggio organizzerà una commemorazione al Monumento ai Caduti sul Lavoro, opera donata dall’imprenditore-artigiano Nicola Cacciavillani e realizzata dallo scultore abruzzese Nicola Farina. I numeri restano drammatici: oltre 1.000 vittime all’anno, tre morti al giorno, una strage che non fa notizia se non quando assume i contorni della tragedia collettiva. L’ultimo incidente di pochi giorni fa nel cantiere di Firenze, dove quattro operai hanno perso la vita per il crollo di un’impalcatura, è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che coinvolge l’intero paese.

    “È inaccettabile che nel 2025 si continui a perdere la vita mentre si lavora”, dichiara alla vigilia della ricorrenza il sindaco di Agnone e presidente della Provincia di Isernia, Daniele Saia. “Ogni morte è una sconfitta per lo Stato e per la società civile”. La cerimonia non vuole solo ricordare le vittime sul lavoro, ma anche porre l’accento su un’altra emergenza che affligge le aree interne: la mancanza di opportunità lavorative che sta portando a un inesorabile spopolamento dei territori più periferici.

    “Siamo difronte ad una doppia tragedia”, fanno sapere le sigle sindacali che parteciperanno all’evento. “Da un lato chi muore sul lavoro, dall’altro chi è costretto a emigrare per trovarlo, lasciando interi paesi destinati alla desertificazione demografica ed economica”. Al centro della cerimonia spicca il monumento che domina l’area artigianale intitolata a San Giovanni Paolo II.

    L’opera in marmo raffigura un germoglio come speranza di vita, ma allo stesso tempo, evidenzia due ruote dentate spezzate a significare un qualcosa che non ha funzionato inceppandosi e che ha provocato una tragedia. Sulla base della scultura sono raffigurati degli attrezzi da lavoro che rappresentano le attività più esposte agli incidenti. “Quest’opera ha saputo tradurre in arte non solo il dolore di chi perde la vita mentre cerca di guadagnarsi da vivere, ma anche il dramma di intere comunità che vedono partire i propri giovani senza possibilità di ritorno”, spiega uno dei membri del comitato organizzatore. “L’ingranaggio spezzato ci ricorda che ogni vittima sul lavoro rappresenta non solo una tragedia personale ma un fallimento collettivo del sistema produttivo”.

    La cerimonia, che si svolgerà alle ore 11, vuole essere non solo un momento di raccoglimento, ma un grido d’allarme. Saranno presenti amministratori, cittadini, lavoratori e sindacati. Secondo i dati dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, il 60% delle aziende ispezionate presenta irregolarità, con picchi allarmanti nei settori dell’edilizia e dell’agricoltura. Mancati adempimenti, assenza di formazione adeguata, dispositivi di protezione insufficienti: le cause sono note, ma le soluzioni sembrano ancora lontane. Il fenomeno del lavoro nero aggrava ulteriormente il quadro, con migliaia di lavoratori invisibili che operano senza alcuna tutela.

    “Chi risparmia sulla sicurezza deve essere punito severamente”, affermano i sindacati locali che parteciperanno alla manifestazione. “Non possono esserci compromessi quando in gioco c’è la vita delle persone”. Mentre la politica nazionale dibatte da anni su riforme mai completamente attuate, sono le comunità locali come Agnone a mantenere viva l’attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro e dello spopolamento delle aree interne. I dati demografici parlano chiaro: negli ultimi dieci anni, i comuni dell’entroterra hanno perso in media il 15% della popolazione, con punte del 30% tra i giovani sotto i 35 anni, creando un circolo vizioso di chiusura di servizi e ulteriore emigrazione.

    La commemorazione del Primo Maggio diventa così occasione per un’urgente presa di coscienza collettiva su due fronti: garantire che il lavoro sia fonte di vita e non di morte, e creare opportunità di sviluppo nei territori più periferici per arrestare l’emorragia demografica che sta svuotando l’Italia delle aree interne.

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.

    Lascia un commento