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  • Non pagano il fitto al Comune di Agnone, la polemica viaggia su facebook

     

    AGNONE – Il calo demografico con un’Agnone che è scesa al di sotto dei cinquemila abitanti ed il problema del recupero crediti e di immobili del Comune ad alcuni esercenti morosi nel non saldare da tempo il fitto, prende una piega politica con attrito di veduta fra l’ex vicesindaco Maurizio Cacciavillani e l’Amministrazione del sindaco Marcovecchio. Come sempre il ring del contendere, di discussioni e confronti diventa Facebook. “Lo scorso novembre –scrive Cacciavillani- è stata promulgata la legge n.158/2017 a sostegno e la valorizzazione dei #piccoli #comuni, cioè quelli con meno di 5000 abitanti. Per una forma di interesse generale gli avevo dato un’occhiata sapendo che non interessava direttamente Agnone. Purtroppo oggi pomeriggio (domenica 21 gennaio, ndr) mi trovo qui davanti al pc a studiare attentamente la legge sui piccoli comuni perché, ad oggi, il comune di Agnone, l’Atene del Sannio -Città d’Arte- Città Regia, è scesa sotto i 5.000 abitanti. Ufficialmente siamo entrati a fare parte dei piccoli comuni d’Italia. Evidentemente i benefici che potremmo ottenere da questa legge non sono neanche minimamente confrontabili agli effetti negativi a tutti i livelli, partendo dalla difesa dell’ospedale e di tutti i servizi essenziali. Siccome le brutte notizie non vanno mai da sole, da qualche giorno l’Hotel Palazzo della Città ed il ristorante Il Borgo Antico hanno chiuso i battenti  e ci sono voci insistenti che parlano di un’imminente chiusura anche di un’altra fondamentale attività ricettiva. Una mazzata per il turismo un’ulteriore desertificazione economica per il nostro bellissimo Centro storico. Probabilmente non saremmo dovuti arrivare a queste condizioni, ma adesso è giunto il momento di rilanciare con forza il progetto di aggregazione territoriale #Alto #Medio #Sannio, perché da soli andremo sempre peggio”. Questa la nota di Cacciavillani e subito la replica dal sito “Insieme per Agnone” gruppo politico che fa capo al sindaco Marcovecchio anche in risposta al gestore di uno dei due locali in chiusura che lamentava come l’Amministrazione abbia appoggiato economicamente la nascita del Call Center a discapito dei locali ai quali non si è data la necessaria tolleranza. “Il Comune –spiegano dal sito del sindaco- ha fatto anche troppo per mantenere in piedi l’attività Borgo Antico. Lo scorso anno infatti con una delibera di giunta è stata sospesa la procedura esecutiva (avviata dalla precedente amministrazione) sulla base di un piano rateale. Lo sfratto, quindi, è la estrema soluzione anche per rispetto a tutte quelle attività che pagano (non solo al comune) regolarmente gli affitti. Per quanto riguarda il Call Center, la società (Powerfone, ndr) ha pagato la metà dei lavori effettuati  (35000 euro), ha pagato l’allaccio alla rete del gas (che non era presente al mercato coperto) ed è intestataria di tutte le utenze. Dispiace che una famiglia vada via ma ognuno è artefice del proprio destino. Ci auguriamo che a breve altri prenderanno la gestione del locale e che contribuiscano a ridare anima  ad uno dei posti più belli di Agnone”. E proprio quest’ultima frase ha innescato ancor più la diatriba sul celeberrimo network di Mark Zuckerberg.

    Vittorio Labanca

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