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  • Omicidio del marito: la moglie confessa, ma la Procura vuole vederci chiaro

    Ieri il Gip del Tribunale di Isernia, sulla base sia di un impianto probatorio evidenziante un sufficiente quadro indiziario acquisito nelle ore successive all’omicidio, sia della confessione dell’indagata, ha accolto la richiesta della Procura di convalida dell’arresto della predetta per omicidio volontario aggravato (del marito) e di emissione di misura cautelare restrittiva.

    E’ quanto comunica il procuratore Carlo Fucci in merito all’episodio di cronaca di Santa Maria del Molise.

    Il Gip ha adottato però la misura cautelare degli arresti domiciliari -ritenendo la stessa idonea a salvaguardare le esigenze cautelari legate al pericolo di inquinamento probatorio – a fronte della richiesta della misura della custodia cautelare in carcere formulata dalla Procura che ravvisava anche il pericolo di reiterazione di delitti della stessa specie.
    Le indagini, dirette dalla Procura – che le conduce con l’attività del Procuratore e dei due Sostituti assegnatari del procedimento – ed affidate ai Carabinieri della compagnia di Isernia ed a reparti speciali dell’Arma, proseguono sia per acquisire eventuali riscontri alle dichiarazioni dell’indagata, sia per acquisire ulteriori elementi probatori apparendo allo stato incompleta la ricostruzione dei fatti e non chiari taluni aspetti della dinamica dell’omicidio e della fase successiva.

    Difatti deve considerarsi, l’oggettiva alterazione dello stato dei luoghi prima che fossero stati informati dell’omicidio la Procura della Repubblica di Isernia ed i Carabinieri e dunque prima dell’intervento degli inquirenti sul luogo dell’omicidio. «Invero deve rilevarsi, oltre al mancato rinvenimento – tra l’altro – dell’arma del delitto, che solo le ulteriori attività investigative, effettuate dai Carabinieri e coordinate dalla Procura, hanno consentito di ritrovare – a seguito di un ulteriore sopralluogo nell’abitazione in questione – alcune delle “cose pertinenti al reato” commesso -deliberatamente tolte dall’ambiente ove è stato consumato l’omicidio».

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