• News
  • Ospedale declassato, Paglione sbotta: «Campane a morto e bandiere a lutto»

    «A questo punto non ci resta che organizzare la protesta popolare, abbassare le poche saracinesche ancora rimaste aperte e fare una marcia rumorosa verso i luoghi del potere. Potremmo fare suonare le campane a morte in tutti i nostri paesi ed esporre la bandiera a lutto».

    Una foto aerea dell’ospedale “Caracciolo” di Agnone

    Candido Paglione, sindaco di Capracotta e presidente dell’Uncem Molise, commenta così, in questi termini decisi e pronti alla lotta, la decisione di declassare il “San Francesco Caracciolo” di Agnone da presidio di area particolarmente disagiata a ospedale di comunità. L’ipotesi è prevista dal Piano operativo sanitario al vaglio del Ministero, anche se pare, stando alle dichiarazioni rese dal sindaco di Agnone, Daniele Saia, che la vicenda sia stata «congelata».

    Il commissario alla sanità, Bonamico

    La prima riunione tecnica a Roma, tra i commissari alla sanità Bonamico e Di Giacomo e i rappresentanti del tavolo tecnico ministeriale, si è chiusa con una richiesta, da parte del Ministero, di un’aggiuntiva documentazione che l’Asrem e la Regione Molise dovranno produrre. Il pericolo del declassamento del “Caracciolo” resta concreto. Il nuovo vertice è previsto per il 23 settembre.

    Primo a sinistra Giorgio Iacapraro

    Nel frattempo, sulla delicata vicenda, interviene anche Giorgio Iacapraro, già comandante della Polizia municipale di Agnone e portavoce del comitato per la riapertura del viadotto sul Sente. «Volutamente viene ignorata dai politici la legge regionale n. 15/2003 sulle aree montane, del tutto inattuata, che assegna a noi “montanari” le priorità in tutto. Come mai? – chiede polemicamente Iacapraro – Penso che non possiamo pretendere tutto vicino casa, anche per via dello spopolamento, ma la legge regionale sulla montagna stabilisce di assegnare indennizzi adeguati per le famiglie che prendono la residenza nelle aree montane del Molise. Unica vera ricetta, per invertire la tendenza».

    Il viadotto Sente chiuso dal settembre del 2018

    Combattere lo spopolamento, dunque, per mantenere i servizi sul territorio, anche l’ospedale, questo sostiene Iacapraro. Anche se, a ben vedere, è l’esatto contrario: lo spopolamento si arresta solo se sul territorio dell’Alto Molise vengono assicurati e mantenuti i servizi basilari, come quello sanitario appunto.

    «Andrebbe migliorata la viabilità, tra i paesi ed Isernia e Campobasso. – va avanti Iacapraro – Non parliamo poi della chiusura del viadotto Longo, sul Sente, da settembre 2018, sono ormai sette anni, che ha contribuito non poco a mettere fuori gioco le aree montane dell’Alto Molise e dell’Alto Vastese». Il viadotto venne chiuso al traffico, per un «imminente rischio crollo», dal comparto tecnico della Provincia di Isernia il 18 settembre del lontano 2018. «E’ l’ora della verità per i sindaci. – chiude Iacapraro – E’ il momento di restituire la fascia. Non addossate ai cittadini l’onere di manifestare».

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.

    Lascia un commento