Dai piccoli centri montani dell’Alto Molise, in particolare da Castelverrino, nasce un neologismo che recentemente la prestigiosa Treccani ha ufficialmente riconosciuto e inserito nel proprio dizionario. Il vocabolo nuovo, che sottende un modo di pensare e vivere, più lento e più profondo, è “paesofia“. La nuova parola, ma soprattutto il concetto cui rimanda, è stata creata da Gianluca Galotta, docente di filosofia e storia e scrittore, la cui famiglia è originaria di Rivisondoli, nel confinante Abruzzo.

Ma cosa è la “paesofia”? Dalla descrizione fatta sul vocabolario Treccani: il piccolo centro abitato caratterizzato da ritmi quotidiani distesi, come dimensione consona al pensiero filosofico e alla riflessione. I piccoli paesi rappresentano per l’Italia una ricchezza artistica, paesaggistica, culturale e antropologica che corre il rischio dell’estinzione e della marginalizzazione come dimostrato dal consistente spopolamento.

«C’è però un modo suggestivo per far rifiorire i piccoli paesi, ma anche noi stessi: considerarli luoghi d’elezione dove poter esercitare al meglio ciò che ci rende esseri umani cioè la riflessione e il pensiero» si legge in quarta di copertina del volume. «L’idea di fondo della Paesofia è che i piccoli borghi siano un terreno particolarmente fertile per la riflessione, il contatto con Dio, la spiritualità e la fioritura di importanti teorie filosofiche» spiega lo stesso autore, Gianluca Galotta. In sostanza il professore di filosofia individua nei piccoli paesi dell’Appennino i luoghi ideali per avviare un percorso interiore, perché non turbato dall’eccitazione perenne a cui è sottoposto l’abitante della città. La frenesia della metropoli contrapposta alla lentezza che invita alla riflessione e alla meditazione di Capracotta o Castelverrino.

Il neologismo in questione è tratto dal libro “Paesofia. Filosofia e viaggi nei piccoli paesi“, La Scuola di Pitagora editrice, sempre del professore Gianluca Galotta. «Un capitolo del libro è dedicato a Rivisondoli, definito nel libro il “paese del mio cuore”. – spiega l’autore alla nostra redazione – Un altro capitolo è dedicato a Montelapiano, il paese abruzzese più piccolo per popolazione. Inoltre c’è anche un capitolo su Castelverrino, il paese più piccolo del Molise». «Seppur in forma divulgativa il libro si occupa del rapporto tra spazio, tempo e filosofia. – ha scritto Patrizio Paolinelli su Sociologiaonweb.it – Rapporto che Galotta affronta con la delicatezza di chi ha tra le mani oggetti preziosi e fragili quali sono i piccoli paesi. In parecchi dei quali la popolazione cala di anno in anno». Grazie a quei vuoti, a quei silenzi, alle «solitudini amare lasciate dai pavidi ai più forti», citando il poeta futurista Auro d’Alba, è possibile, qui in Alto Molise ad esempio, condurre una vita da filosofo o addirittura da asceta. Ecco perché Gallotta è convinto che solo nei piccoli paesi possono nascere filosofia e spiritualità.
«La “paesofia” rappresenta proprio l’incontro tra il paesaggio e la filosofia, dove il viaggio stesso diventa un’opportunità di introspezione e riscoperta dei piccoli borghi che rischiano l’estinzione. – ha scritto Angela Gallo su Anci.it – Un ritorno all’origine delle cose, un invito a riscoprire l’umanità senza perdersi nel caos e nel “disordine” delle grandi realtà urbane». Insomma, una sorta di inno alla lentezza e alla semplicità della vita in montagna, in un piccolo centro montano dell’Appennino, dove lo spopolamento diventa valore aggiunto per dare maggiore senso e profondità all’esistenza. «Con il neologismo Paesofia spero di contribuire, nel mio piccolo, al rilancio culturale dei piccoli paesi» chiude Gianluca Galotta. Galotta è docente di Filosofia e Storia e giornalista, ha conseguito il Dottorato di ricerca in Scienze Filosofiche e Sociali presso l’Università di Roma “Tor Vergata”.
È autore di “Immediatezza e Riflessività: ripensare Destra e Sinistra” (Mimesis, 2017) e di “Che ne dici di tornare a pensare? Come risvegliare il cervello nell’epoca dei social network” (il Melangolo, 2020). Inoltre è coautore di “È tutta colpa della politica?” (Rubbettino, 2015) ed ha curato il volume “Pensiero politico e letteratura del Risorgimento: schede ad uso didattico dei suoi protagonisti più illustri” (Fondazione Giacomo Matteotti, 2011). Nell’ambito della narrativa è autore del romanzo “Il senso delle intersezioni” (Graphofeel, 2021).
a cura di Francesco Bottone