Dal sindaco di Poggio Sannita riceviamo e pubblichiamo.
Apprendo con stupore dalla stampa locale che, a Poggio Sannita, ci sarebbero polemiche per una presunta “pochezza” degli addobbi natalizi. Pur rispettando il gusto estetico di ognuno, è doverosa qualche precisazione.
Le luminarie che sono state apposte quest’anno sono le stesse che vengono utilizzate da oltre venti anni, cioè, da quando l’amministrazione dell’epoca, decise di acquistarle nell’intento oculato di evitare l’inutile esborso annuale per affittare le stesse. Definire quindi queste ultime “vergognose”, è un ingiustificato insulto a chi Le acquistò all’epoca e a chi ha condiviso il saggio intento considerato l’attuale critico momento storico. Dal punto di vista culturale poi, è qualcosa di incomprensibile. Ricordo a me stesso che la nostra storia non parla certo di luminarie, ma di n’docce. Non c’è paragone tra la magia dei fuochi che si accendevano alla vigilia di Natale in ogni rione ed in ogni contrada e le luci artificiali e i rigidi tubi luminosi che doverosamente si debbono accendere perchè ormai si usa così. L’impegno era rivolto a realizzare la n’doccia più grande e più bella. Oggi ne resta solo una, in piazza, che la sera della vigilia è ancora quella che conta, per farsi i primi auguri di Natale e può considerarsi come vera “mappatura” di coesione sociale e di autentici rapporti di appartenenza ai nostri contesti caratterizzati da genuini abbracci e strette di mano.
Per guardare le luminarie si guarda in alto, e per farsi gli auguri sinceri ci si guarda negli occhi. Strano quindi rilevare che chi predica cultura in ogni circostanza, si perda nella banalità di una polemica senza senso né costrutto. Personalmente non ho sentito alcun cittadino lamentarsi e sono più che convinto che chi pensa che amministrare significhi anche preoccuparsi di come sistemare in paese delle “luminarie alla moda” – come giustamente le ha definite il giornalista autore dell’articolo – è completamente fuori strada. A questo punto mi corre l’obbligo di puntualizzare che l’attuale amministrazione ha ben altro per la testa. Il bilancio comunale è appena sufficiente a remunerare i pochi dipendenti rimasti e le poche economie recuperate dalle azioni messe in atto, che illustreremo nel rendiconto amministrativo di fine anno, unitamente a quanto gli amministratori lasciano dei loro compensi, vengono utilizzate per aiutare persone e famiglie in palese difficoltà. Per la verità in questa opera, sono molto attivi anche il parroco Don Paolo Del Papa e la Caritas di Trivento nella persona di Don Alberto Conti. A gravare il bilancio comunale o aumentare le tasse per soddisfare le paturnie di un critico seriale, sarebbe pura follia e si rischierebbe di svuotare di senso e di significato il Natale quale festa cristiana che celebra la nascita di Gesù in una mangiatoia. Bene dice Papa Francesco che le chiacchiere sono il verminaio di questa società capaci di mettere contro parenti, amici e intere comunità. Per fortuna, nel nostro paese, ci sono più persone che fanno i fatti lavorando sodo ogni giorno, anche fuori paese, che filosofi della chiacchiera.
Colgo l’occasione sin d’ora per augurare, a nome di tutta la compagine amministrativa, un sereno Natale a tutti i poggesi con la speranza di poterlo fare di persona attorno alla n’doccia della vigilia, con la speranza che ad illuminarci veramente sia la Stella Cometa.
Giuseppe Orlando
Ps. Prendiamo atto della celerità con cui il primo cittadino di Poggio Sannita ha impugnato carta e penna per replicare a quanto riportato da l’Eco online in merito alle luminarie installate nel suo comune. Ci farebbe piacere, ma crediamo faccia più piacere ai poggesi, che il sindaco adotti la stessa solerzia e celerità per denunciare o risolvere problemi di gran lunga superiori a quelle delle luci di Natale.