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  • Profugo morto a Schiavi: era stato visitato presso il “Caracciolo” di Agnone

    SCHIAVI DI ABRUZZO – Profugo morto a Schiavi: Ebrima era stato visitato presso il “Caracciolo” di Agnone.

    Il diciannovenne, nelle scorse settimane, si era rivolto all’ospedale agnonese per un dolore alla schiena dopo un colpo ricevuto durante una partita di calcetto.

    Sarà eseguita probabilmente oggi l’autopsia sul corpo di Ebrima Sonko, il ragazzo del Gambia, diciannove anni appena, morto martedì proprio davanti al centro di accoglienza migranti presso il quale era ospite. Un malore, i prolungati tentativi di rianimarlo, poi il tragico epilogo.rianimazione

    E in attesa di conoscere le prime impressioni del medico legale e poi gli esiti dell’autopsia e le eventuali decisioni della Procura di Vasto, in paese, a Schiavi di Abruzzo, non si parla d’altro.

    La cittadinanza è rimasta scossa per questa morte improvvisa, soprattutto in ragione della giovanissima età della vittima. Ebrima era conosciuto in paese perché aveva preso parte alle operazioni di pulizia delle strade comunali. Prestava infatti la sua opera volontaria in lavori socialmente utili. Un modo come un altro per tenersi occupato e rendersi utile.20150922_100132

    Ed emergono anche nuovi particolari circa le sue condizioni di salute. I suoi amici, altri profughi ospiti del centro sul Monte Pizzuto, confermano che Ebrima non stava bene da giorni, si lamentava per un dolore alla schiena e al torace. Non aveva, però, problemi respiratori, come era stato riferito a caldo da qualcuno dei suoi amici il giorno della tragedia.

    Ad agosto aveva anche partecipato ad alcuni incontri di calcetto. E proprio durante una partita aveva ricevuto un colpo alla schiena. In seguito a quell’episodio, ovviamente fortuito, un semplice scontro di gioco, Ebrima aveva fatto ricorso alle cure mediche. Era stato accompagnato, su un’automobile privata, presso l’ospedale “Caracciolo” di Agnone, non dunque presso il nosocomio di Vasto come si era detto in un primo momento. profugo morto a schiavi

    Dagli accertamenti diagnostici effettuati dai medici dell’ospedale agnonese non era emerso nulla di preoccupante, se non una lieve malformazione ossea, probabilmente congenita. Controllato, dunque, e rispedito a casa, o meglio presso il centro di accoglienza di Schiavi. Questo riferiscono i suoi amici.

    Aveva assunto anche dei medicinali per quella che pareva essere una semplice infiammazione ed in effetti era stato subito meglio.

    Negli ultimi giorni però, quelli precedenti la crisi che poi lo ha ucciso, aveva manifestato il suo malessere agli amici. In molti, infatti, tra i ragazzi del centro profughi, sostengono che si lamentava per un dolore continuo alla schiena e all’addome.

    L’autopsia, a questo punto, che sarà eseguita presumibilmente oggi dal medico legale Pietro Falco, potrà fugare ogni dubbio circa la prematura scomparsa del diciannovenne del Gambia.

     

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