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  • Tamponi al Caracciolo, Greco: “Ora i fatti. Invito Asrem a non dimenticare l’utenza abruzzese”

    “Sono passati circa 10 giorni dalla diffida formale che ho inviato al direttore generale Asrem per far sì che si possano effettuare tamponi al San Francesco Caracciolo evitando viaggi impensabili di cittadini con sintomi influenzali su e giù per il Molise con tutti i rischi connessi di propagare il virus. A riguardo penso alle fasce più deboli, anziani e bambini in particolare, che ad oggi, per un semplice prelievo, sono costretti a sobbarcarsi centinaia di chilometri. Se è vero che Oreste Florenzano si è impegnato a risolvere il problema, bene ha fatto, ma non vorrei che tale iniziativa, passasse come un fatto straordinario, visto che di straordinario non c’è nulla. Al direttore generale di Asrem, ricordo, se l’avesse dimenticato, che gli abitanti delle aree interne meritano rispetto e pari servizi di chi risiede nei centri più grandi del Molise. Un concetto puntualmente dimenticato da chi si trova di volta in volta a gestire la sanità pubblica”.

    E’ quanto dichiara il consigliere regionale Andrea Greco dopo la notizia sulla possibile esecuzione dei tamponi in alto Molise. Al tempo stesso Greco lancia alcune domande ai vertici dell’Azianda sanitaria regionale.

    “Vorrei capire da Asrem come organizzerà un servizio fondamentale, quello appunto del prelievo dei tamponi, in considerazione della cronica carenza di personale infermieristico e medico mai realmente affrontato e, quindi, risolto – aggiunge il capogruppo del M5s in Consiglio regionale -. Infatti, malgrado i nostri innumerevoli appelli e proposte in merito l’assunzione di personale specializzato, continuiamo a registrare, come nel caso di Agnone anche per strutture più importanti, la totale indifferenza di chi contrariamente è chiamato a risolvere le criticità in ambito sanitario in un periodo di emergenza”.

    Infine, ma non da ultimo, nel caso dei tamponi, sarebbe opportuno che l’Asrem rivolgesse uno sguardo attento anche ai centri abruzzesi i quali storicamente si riversano sulla struttura altomolisana e oggi costretti a “viaggi della speranza” in ospedali quali quelli di Atessa, Vasto, Gissi o Chieti. Non oso immaginare cosa potrà accadere nei mesi invernali e con una viabilità al collasso. Il San Francesco Caracciolo- conclude l’esponente pentastellato – è l’ospedale che serve storicamente due aree estese e disagiate: alto Molise e alto Vastese, bisogna passare dalle parole ai fatti ed evitare ulteriori disagi a comunità già fortemente vessate.

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