CASTIGLIONE MESSER MARINO – Se non è un miracolo poco ci manca. Qualcuno questa mattina ha creduto di stare ancora sognando quando ha incrociato dei mezzi meccanici in azione sulla ex statale Istonia, la mulattiera alternativa che deve assorbire il traffico da e per l’Alto Molise dopo la chiusura del ponte Sente tra Castiglione Messer Marino e Belmonte del Sannio.
L’«immediato avvio dei lavori» annunciato dalla Prefettura di Isernia dopo un cosiddetto tavolo tecnico con sindaci, Provincia e Regione, non è stato così immediato. Si è andato oltre i dieci giorni promessi, ma la notizia è che finalmente sono partiti gli interventi di sistemazione della ex statale Istonia. E la notizia nella notizia è che i cantieri attivi sono quelli nel versante Chietino, proprio all’uscita di Castiglione Messer Marino. La Provincia di Chieti si è destata dal suo noto torpore e ha dato l’ok alle ruspe. In quel tratto di “mulattiera” abruzzese ci sono diversi punti in dissesto, in particolare il primo, proprio all’uscita del paese, con un sensibile restringimento della carreggiata. E proprio lì stanno operando da questa mattina i mezzi meccanici. Sempre secondo quel famoso tavolo tecnico interprovinciale e inter-regionale, gli interventi dovrebbero richiedere tempi brevi, quantificati in una trentina di giorni di lavoro, salvo inclemenze del tempo. Calendario alla mano tra un mese sarà già passato il Natale e quindi realisticamente per l’anno nuovo i pendolari dell’Alto Molise e Alto Vastese avranno sempre una mulattiera, ma rattoppata a dovere. Ovviamente se dovesse piovere, nevicare o fare la bufera i tempi slitteranno. Intanto dalla Regione Abruzzo si attende ancora che qualche assessore o qualche zelante dipendente pubblico profumatamente stipendiato si degni di autorizzare le autolinee Cerella a transitare su quella cazzo di mulattiera con i minibus, perché nonostante le chiacchiere di tutti, Prefetto compreso, ad oggi gli alunni che da Castiglione devono andare ad Agnone fanno ancora il giro del mondo, passando per Schiavi di Abruzzo, scendendo sulla Trignina e risalendo per la fondovalle Verrino.
Francesco Bottone