Quindi in Abruzzo si può andare in bicicletta, anche fuori dal proprio Comune nonostante la zona rossa che varrà però solo per un giorno, ma non si può andare da soli a caccia in un bosco, lontani chilometri da un qualsiasi altro essere umano in grado di trasmettere virus.
E’ la considerazione, forse anche banale, che molti cacciatori abruzzesi hanno fatto questa mattina, in considerazione del fatto che l’Abruzzo è ripiombato in zona rossa per un dispetto politico e giuridico tra Regione e Governo centrale. Va bene il contenimento del contagio, ma le imposizioni illogiche e insensate sono difficili da mandare giù. Perché, appunto, i ciclisti sono liberi di pedalare, uscendo anche dai territori comunali, mentre i cacciatori, che tra l’altro pagano per poter praticare la propria attività, non posso andare a caccia, da soli, per boschi, lontanissimi da altri esseri umani? Non c’è alcuna spiegazione che tenga alla luce della più elementare logica.
La nota positiva è che la zona rossa avrà valore solo per oggi, quindi da domani si torna in zona arancione e dunque sarà consentita anche la caccia. Il problema è che anche in zona arancione non si può uscire dal proprio Comune di residenza e questo divieto si tradurrà nella impossibilità materiale per molte squadre di cinghialai, ad esempio, di poter aprire il verbale di battuta, perché servono sette cacciatori tutti residenti in uno stesso Comune. Potrebbe venire in soccorso l’assessore regionale alla caccia, Emanuele Imprudente, che ha già annunciato di avere pronta l’ordinanza che permetterà di andare a caccia su tutto il territorio dell’Atc. Il documento dovrebbe essere firmato oggi stesso e pubblicato, in modo che domani i cacciatori abruzzesi possano andare liberamente a caccia, ovviamente in sicurezza.
Francesco Bottone