Cosa aspetta l’Asrem ad attivare le sale operatorie dell’ospedale ‘San Francesco Caracciolo’? E’ la domanda che Andrea Greco, consigliere regionale del M5S rivolge al dg Oreste Florenzano e al presidente della giunta regionale, Donato Toma. A dirla tutta circa un anno fa Greco chiese l’attivazione delle sale operatorie di Agnone al fine di decongestionare liste di attese degli ospedali più grandi, nonché rilanciare la struttura a cavallo tra Molise e Abruzzo.
“Alla luce dei recenti accadimenti, continuare a sostenere un’organizzazione sanitaria che vede il Cardarelli di Campobasso centro Covid e al contempo Hub regionale è da irresponsabili, se non da folli – esordisce il capogruppo del M5S in consiglio regionale -. La conferma arriva dagli ultimi casi di positività registrati nel reparto di Chirurgia del presidio del capoluogo e rimbalzati sulla stampa nazionale. Una vicenda che grida vendetta per come è stata gestita, e che al tempo stesso sta comportando il blocco di interventi chirurgici in quella struttura. Molte di quelle operazioni – torna a proporre l’esponente pentastellato – potrebbero essere eseguite in altri nosocomi come ad esempio il Caracciolo di Agnone, dove esistono due sale operatorie modernissime e super accessoriate ma praticamente inutilizzate per l’incapacità dei vertici Asrem e di chi ci governa. Sembra quasi la precisa volontà di distruggere il comparto pubblico nella nostra regione”.
Nel suo intervento Greco spiega altri particolari. “Gli interventi di day e week surgery, con qualche accorgimento organizzativo, possono tranquillamente essere eseguiti al Caracciolo come confermato anche dal primario della chirurgia del Cardarelli, il dott. Giuseppe Cecere. Era aprile scorso, quando per la prima volta dissi a Toma e Florenzano che le sale operatorie dell’ospedale di Agnone non solo erano pronte per essere utilizzate, ma dovevano entrare in azione quanto prima. La loro risposta? Mi ignorarono mentre oggi registriamo il blackout del Cardarelli. Pensare che per gli interventi in day e week surgery al Caracciolo non solo esistono sale operatorie munite di certificazioni Iso che nessun’altra ha – aggiunge – ma c’è anche il personale altamente formato, che non attende altro di essere impiegato, è desolante e pone innumerevoli interrogativi. Nel periodo in cui mi rivolsi a Toma e Florenzano, avevamo la possibilità di richiamare i medici in quiescenza come ad esempio il professor Nicola Iavicoli. Se solo l’Asrem glielo avesse chiesto, l’ex primario di Chirurgia sarebbe rientrato con immenso piacere e costo zero. Avremmo potuto fronteggiare la pandemia, e contestualmente abbattere liste d’attesa e svolgere l’orinaria attività chirurgica. Ma tutto ciò non è stato voluto. Chissà per quale strano disegno. Così ancora una volta invito Toma e Florenzano ad attivarsi immediatamente senza perdere più tempo. Ad Agnone il personale c’è, le sale pure. Inoltre, richiamando il dott. Daniele Cerimele si possono tranquillamente assicurare interventi di ortopedia, mentre i figli del professor Iavicoli, insieme ad altri bravi professionisti, possono far fronte alle altre esigenze dei cittadini. Basta volerlo. Basta che Asrem si attivi per mandare al Caracciolo un anestesista così da abbattere i tempi di attesa di pazienti che non possono più attendere che l’unico Hub regionale ha le sale operatorie off limits a causa di un cluster al suo interno. I molisani – conclude – possono essere curati e non farlo è colpa grave; è una cosa che crea disagi, apprensione e pericolo per la vita di tanti nostri corregionali”.