«La Snai ha messo per la prima volta tra gli atti strategici dell’intero Paese l’esigenza di un riequilibrio territoriale. Le aree interne possono essere laboratori di innovazione sociale, in cui sperimentare politiche che possono essere attivate anche in altri territori». Ne ha parlato il sindaco del Comune di Castel del Giudice, Lino Gentile, responsabile nazionale aree interne dell’Anci, all’assemblea nazionale Anci che si è svolta nei giorni scorsi a Parma, nel corso di un confronto con altri amministratori italiani sui temi dell’innovazione sociale.
«C’è una emergenza nelle aree interne, che subiscono da tempo un terremoto silenzioso, che non fa danni materiali evidenti, ed è lo spopolamento. – ha esordito il sindaco Gentile – La Snai cosa ha fatto fino ad oggi? Ha messo per la prima volta sugli atti ufficiali e nell’agenda politica del nostro Paese, l’esigenza di un riequilibrio territoriale. E questo è un primo fatto. Prendiamo coscienza di questo risultato, ma dobbiamo dire che l’efficacia della Snai, da quando Barca l’ha concepita nel 2014, non è ancora così evidente. Siamo ancora nella fase della sperimentazione. Degli oltre quattromila Comuni che si trovano nelle aree interne dell’Italia, solo mille sono stati coinvolti dalla Snai e hanno cominciato ad avere delle risposte concrete da parte dello Stato. Ci sono quindi oltre tremila Comuni che pur trovandosi in aree interne del Paese sono rimasti fuori dalla fase di sperimentazione della Snai.
L’auspicio di noi sindaci dei piccoli Comuni montani è che la politica della sperimentazione diventi finalmente strutturale e che le politiche siano curvate sulle esigenze del territorio. Badate bene, non lo si fa solo per noi, non stiamo chiedendo qualcosa per chi vive nei piccoli centri montani; siamo convinti che lo sviluppo armonico dei territori interni e marginali sia utile all’intero Paese. Noi siamo stati ai margini del sistema economico che ha caratterizzato gli ultimi decenni in Italia. – ha continuato Gentile – Siamo stati spettatori di questa politica. Ora siamo d’accordo sulla necessità di cambiare passo nel panorama economico nazionale, beh noi che siamo stati solo spettatori dobbiamo dare il nostro contributo. Perché le aree interne hanno tante risorse congelate che possono essere liberate. In termini di innovazione sociale, ad esempio, possiamo essere laboratori di questo, perché nei piccoli Comuni dell’interno si possono sperimentare politiche che poi possono essere estese ed applicate ai territori più grandi. Abbiamo un sogno, – ha chiuso il sindaco – che è la fiscalità di vantaggio. Sappiamo che è difficile, e infatti siamo anche timidi nel chiederla, ma va considerato che nelle aree interne viene custodita la maggior parte del patrimonio e del valore ambientale dell’intero Paese. E allora perché non riconoscere a quei Comuni una parte di questo immenso valore. Penso al servizio idrico, ad esempio, ma anche al patrimonio boschivo. Senza vittimismo rinunciatario, ma nella consapevolezza che noi piccoli Comuni possiamo essere utili all’intero paese».
Francesco Bottone
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