Continuano ad arrivare adesioni e sponsorizzazioni, da parte del mondo dello spettacolo e delle cultura, alla candidatura di Agnone a “Capitale della cultura 2026”. «La vitalità culturale della nostra città ha portato e porta spesso artisti, scrittori, attori, filosofi, critici d’arte e letterari a frequentare Agnone, a confrontarsi con la nostra storia ed apprezzarne anche gli aspetti da noi, talvolta, sottovalutati. – spiega, con intuibile soddisfazione, il sindaco di Agnone, Daniele Saia – Orgogliosi che vogliano tutti unirsi al coro che incita Agnone nella candidatura a Capitale Italiana della cultura, condividiamo oggi le riflessioni del filosofo Orlando Franceschelli, del critico d’arte Franco Campegiani e dell’attore Stefano Sabelli».
Orlando Franceschelli, dopo la laurea in Filosofia e la specializzazione in Scienze storiche e sociali, ha affiancato alla docenza nei licei l’attività di docente a contratto di “Teoria dell’evoluzione e Politica” presso la facoltà di filosofia dell’Università La Sapienza di Roma, l’attività di saggista e, ancor più negli ultimi anni, la partecipazione a seminari, dibattiti e convegni su tematiche filosofiche ed evoluzionistiche. «Già da liceali, – racconta il filosofo – molti giovani della mia generazione avevano sentito parlare di Agnone quale “Atene del Sannio“. Riconoscimento indubbiamente impegnativo, ma che vedevamo confermato dalla vitalità politico-editoriale che animava questa nostra Atene, della cui tradizione culturale ebbi ben presto una conferma destinata a rivelarsi per me davvero particolare. Studiano filosofia alla Sapienza di Roma, mi imbattei in “Significato e fine della storia” di Karl Lowith, un classico della letteratura filosofica letto ancora oggi nelle università di tutto il mondo. Ebbene, – continua il filosofo – nel capitolo dedicato a Vico, Lowith discute l’interpretazione che ne propone Croce, rifacendosi anche al libro di uno dei rappresentanti più illustri della tradizione culturale agnonese; Vico e i suoi critici cattolici di Baldassarre Labanca, che proprio alla Sapienza era stato fondatore e titolare della prima cattedra di Storia del Cristianesimo. Ad Agnone è conservata la biblioteca di Labanca, fonte di apprezzate ricerche».
E parla di «gioiello di umanità», riferendosi ad Agnone, Franco Campegiani, poeta, critico d’arte e saggista: «I meriti culturali di questo vitalissimo centro molisano superano di gran lunga la testimonianza di coloro che sanno porte a fuoco le pulsioni più intime legate al patrimonio storico e artistico, alle bellezze paesistiche e alle tradizioni popolari. – spiega il poeta – Da parte mia, mi limito a sottolineare la squisita attenzione che la città sa riservare a persone e ad eventi in qualsiasi modo e a qualsiasi livello coinvolte nella creatività e nell’avventura culturale».
«Questo autentico gioiello di umanità e di vitalità popolare è un modello esemplare di cultura italica, dalle radici che affondano nel più remoto passato e si proiettano verso il futuro. – continua il saggista – Una risposta di orizzonti e di valori più umani alle sfide poste dalla globalizzazione nel mondo attuale». E il riferimento è ai padri Sanniti: qui nacque la prima idea di nazione, lo stesso nome Italia è scaturito dalla mente e dai cuori dei pastori guerrieri da cui gli agnonesi discendono.
Tematica ripresa e sviscerata dall’attore Stefano Sabelli: «Agnone vive e prospera da secoli e millenni in quel sud di montagna che è anche centro e fulcro della gente italica, della sua civiltà, della sua storia, della sua dignità. Con uno sguardo all’Adriatico e uno al Tirreno, – continua l’attore – Agnone domina, lì, da quel suo crinale appenninico, su valli e monti che hanno visto arrivare e partire mandrie transumanti e popoli migranti. Che hanno visto arrivare e trasformare, nel rito del fuoco, culture tribali in culture pastorali, che hanno poi dato vita a nuove civiltà e comunità umanistiche, dove l’ingegno umano ha saputo forgiare e trasformare, ad arte, pietre e metalli, come pure inventare lettere e parole. Nel metallo della Tavola Osca, col fuoco, sono state incise le prime scritture di una nuova Atene, nel centro dell’Italia, che poi, col fuoco, ha saputo creare il suono, diffuso nel mondo, di campane uniche e straordinarie. Una comunità che a fondato chiese e palazzi che racchiudono tesori d’arte ineguagliabili, che ha trasformato conoscenze agroalimentari e del vivere comune in cultura del cibo e del vivere per il bene comune. Agnone capitale della cultura è solo la conseguenza logica e naturale di quel cammino, di quella transumanza, intrapresa alcuni millenni fa. Così è nata Agnone, divenuta acropoli e agorà. Così è nata l’Italia».