«In questi giorni abbiamo affidato ad una ditta specializzata il rifacimento del gonfalone del nostro Comune. Purtroppo i segni del tempo rendono l’attuale gonfalone in condizioni non più ottimali». Ne dà notizia Antonio Di Pasquo, il sindaco di Pietrabbondante. Solo nei giorni scorsi, grazie alla collaborazione e ai mezzi messi a disposizione dal comando provinciale dei Vigili del fuoco di Isernia, la pesante statua originale del guerriero sannita è stata prelevata dalla sua sede per essere sottoposta a restauro. E dopo il guerriero sannita, fiero simbolo dell’Alto Molise e probabilmente dell’intera regione, è la volta dello stemma araldico del Comune e del gonfalone appunto.
«Prima di procedere ad affidare detto rifacimento – spiega il sindaco Di Pasquo – ci siamo attivati per ricostruire l’iter di concessione a Pietrabbondante del relativo gonfalone e stemma. Nei giorni scorsi abbiamo acquisito al protocollo del Comune la nota del Segretariato generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con la quale è stato trasmesso il Decreto del Presidente della Repubblica datato 1 agosto 1972 di “concessione” al Comune di Pietrabbondante del relativo stemma e gonfalone. Lo storico e straordinario provvedimento presidenziale riporta in modo dettagliato la descrizione delle effigie concesse e i relativi disegni a colore» aggiunge il primo cittadino.
Nel documento, risalente ormai ad oltre cinquanta anni fa, si legge testualmente la spiegazione dello stemma concesso a Pietrabbondante: «Stemma troncato, nel primo d’azzurro a tre montagne di verde una accanto all’altra, fondate sulla troncatura, cimate ciascuna da una spiga d’oro, quella centrale in palo e quelle laterali a ventaglio: nel secondo d’argento alla petraia naturale, sormontata dalle lettere B e NTE in caratteri minuscoli di nero».
Un documento che ha suscitato nel sindaco Di Pasquo «straordinaria emozione di avere finalmente documentato con un atto così importante i simboli rappresentativi del nostro paese. Adesso aspettiamo la realizzazione del nuovo gonfalone – chiude l’amministratore locale – con l’impegno di custodire, con massima cura, anche quello attuale nella casa comunale».