«Avvisatemi quando riaprite, che vengo a fare il collaudo con il trattore». Così un anziano agricoltore di Belmonte del Sannio in transito a bordo del suo mezzo agricolo, ieri mattina, sulla strada comunale che scende sotto il viadotto Sente, proprio mentre erano in corso le riprese e le interviste con il dirigente tecnico della Provincia di Isernia, Luca Cifelli.

La battuta ironica dell’anziano cittadino dà un po’ il senso di quanto sia diventata farsesca e a tratti ridicola la vicenda del viadotto “Longo” sul Sente chiuso ormai al traffico veicolare dal lontano 18 settembre del 2018. A settembre saranno sette anni che quella imponente arteria di collegamento tra due province e due regioni è stata interdetta al traffico.

Una frattura, una interruzione non solo alla viabilità, ma anche al tessuto sociale ed economico di due comunità, quella alto molisana e quella del vastese, che da generazioni erano legate storicamente da interscambi di ogni aspetto. Dalla rabbia per la perdurante chiusura, insomma, si è passati quasi a sentimenti di rassegnazione mista ad ironia. Si ride per non piangere, questo verrebbe da commentare alle dichiarazioni dell’anziano agricoltore belmontese. Intanto la situazione non migliora affatto sul tracciato alternativo che consente di tenere collegate le due sponde del comprensorio montano.

La ex statale Istonia, soprannominata “mulattiera” per intuibili motivi legati al suo attuale stato di degrado e di dissesto, è stata interessata, negli ultimi giorni, da nuovi smottamenti che ne metto a rischio la percorribilità. In particolare un movimento di terra mista a fango si è registrato sul versante abruzzese del relitto stradale, poco dopo l’abitato di Castiglione Messer Marino procedendo in direzione Secolare, ma comunque prima del confine rappresentato dal vecchio ponticello sul fiume Sente.

Lo smottamento è stato opportunamente transennato e segnalato dal comparto viabilità della Provincia di Chieti, competente territorialmente, ma intervenire in maniere risolutiva non si può, almeno non nell’immediato, perché andrebbero realizzate complesse e soprattutto costose opere di canalizzazione idraulica dell’enorme quantitativo di acqua che affiora e defluisce praticamente ovunque a monte della sede stradale.

La Provincia di Chieti non ha le risorse economiche per poter appaltare opere di simile portata e dunque ci si limita a transennare, sperando nella clemenza del tempo e soprattutto facendo affidamento al famoso Dpcm che dovrebbe essere firmato già nelle prossime settimane dalla presidente Giorgia Meloni. Da quella firma dipendono le sorti della ex statale Istonia, perché solo con il ritorno nella gestione Anas ci saranno soldi e risorse, anche tecniche e professionali, per gestire, appunto, quel tronco viario assicurandone la percorribilità in sicurezza.