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  • Sanità, medici costretti a turni massacranti, i sindacati di categoria: «Pronti a ricorrere al Tar»

    «A causa della carenza di personale, i medici lavorano più di 40 ore a settimana, svolgono 14-15 turni di reperibilità al mese e innumerevoli turni notturni extra-contratto. Se si continua così nessuno vorrà venire a lavorare nel Molise. A rischio anche la sicurezza delle cure»

    «Se si continuano ad imporre turni massacranti ai medici e a calpestare costantemente le regole contrattuali, saremo costretti a rivolgerci alle autorità giudiziarie competenti per tutelare i diritti dei colleghi». Non usano mezzi termini i rappresentanti dei medici Faustino Rosati, Presidente CIMO-FESMED Molise, e Massimo Peccianti, Segretario ANAAO ASSOMED Molise, nel denunciare il mancato rispetto dell’orario di lavoro negli ospedali della Regione.

    «Ci troviamo dinanzi ad un problema cronico, che riguarda tutti i reparti – spiegano -. Ormai obbligare i medici a lavorare più di 40 ore a settimana è diventata la norma, quando il contratto limita l’orario di lavoro a 34 ore più 4 ore da dedicare ad attività non assistenziali, come la formazione continua. Ogni mese siamo costretti a 14-15 turni di reperibilità, superando di gran lungo i 10 previsti dal contratto, e non si contano nemmeno i turni notturni extra che ci vengono richiesti».

    Una situazione, quella denunciata dai due sindacati, figlia della grave carenza di personale sanitario che caratterizza la Regione: «Ci sono reparti in cui dovrebbero lavorare dieci medici e invece ne sono rimasti solo tre, che devono garantire gli stessi servizi e la stessa qualità dell’assistenza ai pazienti. Ma non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, così non si può andare avanti», aggiungono Rosati e Peccianti.

    «Conosciamo bene gli sforzi profusi dall’Azienda nel bandire nuovi concorsi, che però puntualmente vanno deserti. Ma qualcuno si è chiesto come mai il Molise non è considerata una Regione attrattiva dai giovani medici? Sono proprio le pessime condizioni di lavoro che vengono offerte ad allontanare i medici dalla Regione. E quei pochi concorsi destinati agli specializzandi, che potrebbero essere assunti a tempo indeterminato grazie al Decreto Calabria, risultano quantomeno incongrui, poiché coinvolgono strutture che non risultano avere l’accreditamento per poter assumere specializzandi. Una immane perdita di risorse e di tempo».

    «Chiediamo quindi all’Azienda di rispettare l’orario di lavoro e le disposizioni normative e contrattuali. Le conseguenze della mancanza di assunzioni non possono ricadere sul personale sanitario o sui pazienti: i turni massacranti e la carenza di personale infatti possono compromettere anche la sicurezza delle cure» concludono Rosati e Peccianti.

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