• In evidenza
  • Niente barriere tra pubblico e campo, capienza limitata e gestione ancora lontana: il palaBelsito bello ma incompleto

    La recente finale della Molise Cup di calcio a 5, che ha visto sfidarsi Aesernia e ASD Capracotta, ha regalato spettacolo e adrenalina. Ma il vero protagonista, nel bene e nel male, è stato il nuovo palasport di Agnone, il PalaBelsito. Una struttura moderna, energeticamente all’avanguardia, capace di accogliere eventi sportivi e manifestazioni di rilievo. Eppure, non tutto è filato liscio. La partita, giocata in un clima incandescente, ha messo in evidenza alcune criticità che non possono essere ignorate. La più evidente? L’assenza di barriere tra campo e spalti. In un match particolarmente acceso, pubblico e atleti si sono ritrovati spesso a contatto.

    Dopo la rimozione delle vecchie transenne in ferro, auspicable l’installazione di pannelli in plexiglass, come accade nei migliori impianti sportivi. E non è l’unica pecca. Il tabellone elettronico, troppo piccolo per garantire una visione chiara del punteggio, ha fatto storcere il naso a più di uno spettatore. Così come la capienza limitata a circa 300 posti, ben lontana da quanto ci si aspetterebbe da un impianto pensato per ospitare eventi di rilievo regionale, se non nazionale. Le promesse di tribune retrattili restano, per ora, sulla carta. E anche se venissero installate, resta il dubbio su dove verrebbero posizionate, dato lo spazio già ridotto dell’area di gioco.

    Il PalaBelsito, pur presentandosi come struttura polivalente, al momento non dispone nemmeno dei canestri per la pallacanestro. Un’assenza che stride con il passato cestistico della città, quando l’Avis Basket infiammava il palazzetto negli anni ’90. Un’occasione mancata, insomma, per riportare in auge uno sport che in Italia continua a godere di una grande base di appassionati.

    Anche la gestione resta un nodo irrisolto. A due mesi dall’inaugurazione — in pompa magna con la presenza dei ministri Giancarlo Giorgetti e Andrea Abodi — la struttura è ancora affidata direttamente al Comune. Sono però arrivate diverse manifestazioni d’interesse da parte di associazioni e privati, pronti a farsi carico della sfida gestionale, consapevoli delle potenzialità dell’impianto. Infine, un dettaglio che non è solo estetico: il colpo d’occhio. Gli interni del palazzetto, oggi, risultano freddi e poco accoglienti. Un restyling visivo potrebbe contribuire a rendere l’esperienza sportiva ancora più coinvolgente, tanto per gli atleti quanto per il pubblico.

    In sintesi, il PalaBelsito è un’opera importante per il territorio, una risposta concreta al bisogno di sport e aggregazione. Ma se davvero si vuole renderlo un punto di riferimento per manifestazioni di prestigio, è tempo di fare un passo in più. Le basi ci sono. Ora servono visione, coraggio e investimenti mirati.

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.

    Lascia un commento