«È stata presentata, nei giorni scorsi, a Castiglione Messer Marino, l’opera del maestro scultore Giuseppe Colangelo, a memoria dei castiglionesi che per portare il pane a casa quella casa l’hanno dovuta lasciare». Così Nichoas Tomeo, ricercatore dell’Università del Molise e cofondatore, insieme al professor Rossano Pazzagli, della Scuola dei piccoli Comuni.

Lo studioso ha presenziato, nel paese del confinante Chietino, alla inaugurazione di un monumento dedicato ai «castiglionesi nel mondo», ovvero ai tanti emigranti che nelle varie epoche storiche e ancora oggi sono costretti a lasciare le terre di mezzo tra Abruzzo e Molise per cercare lavoro, prima ancora che fortuna, altrove, dove i diritti costituzionali sono effettivamente garantiti. A rendere ancor di più molisana la serata geograficamente abruzzese è stata la presenza del poeta pastore di Castel del Giudice, Carmine Valentino Mosesso.

Infatti è proprio del poeta contadino la frase scolpita nella roccia e nella pietra dal maestro Colangelo. «Per capire un paese devi stenderti nelle cantine, fare il nido nei silenzi, lasciare affiorare i canti che hai dentro» recita la strofa di Mosesso resa immortale nei secoli perché, appunto, scolpita nella pietra della Majella che ha dato forma e immagine al monumento all’emigrante. Nel corso della stessa serata è stata presentata la raccolta di scritti poetici di Mosesso dal titolo “La Terza Geografia“.

«La presentazione del libro ha travalicato i limiti della letteratura, pur concentrandosi su questa opera prima di un promettente poeta, che parla di riscoperta del passato, ma è rivolta anche al presente con uno sguardo fresco e disincantato. – commenta Valentina Del Vecchio da Castiglione Messer Marino – Si è parlato infatti anche di aree interne e valorizzazione delle radici, e di giovani che, come Mosesso, decidono di tornare alle origini, andando in controtendenza in un Paese che pare fare di tutto per scoraggiare questo ritorno. Nel nuovo Piano strategico per le aree interne si è infatti deciso, praticamente, di aiutare i Comuni di queste aree ad andare incontro al proprio declino, giudicato come irreversibile. Questo in decisa controtendenza con molti altri paesi europei in cui si cerca invece di incentivare il ripopolamento delle aree interne e l’economia locale. Per fortuna tanti giovani come Carmine testimoniano che invece in Italia la volontà di valorizzare queste aree è ben presente e non deve essere abbandonata».