«Il sessanta per cento del Piano nazionale di ripresa e resilienza è debito per le future generazioni, è appena il caso di ricordarlo». Così il sindaco Saia, nei giorni scorsi, prendendo parte ad un confronto a tema organizzato dal circolo del Pd di Agnone. Il primo cittadino ha spiegato come il Comune di Agnone sia riuscito ad intercettare tutti i finanziamenti possibili messi a disposizione dal Pnrr, ma non ha risparmiato qualche critica politica all’impianto stesso del piano di ripresa.

«Credo che il Piano nazionale di ripresa e resilienza sia stato sbagliato nella sua impostazione. – ha spiegato Saia – Si sarebbero dovute accertare prima le richieste e le necessità dal basso, dai territori, e poi costruire ed attuare determinate misure».
Invece si è fatto l’esatto contrario: soldi a palate per realizzare opere e strutture che magari ai Comuni e alle comunità locali nemmeno servono. Esempi eclatanti sono le strutture sportive finanziate e realizzate in piccole località dove realisticamente quegli stessi impianti non saranno mai utilizzati. Ma i fondi erano destinati a quel settore e in quello sono stati spesi. Che poi gli investimenti siano effettivamente utili al territorio, questo è un aspetto secondario per il Governo centrale. L’importante è spendere, ma, come ha sottolineato Saia, quella spesa è in realtà un debito che, prima o poi, qualcuno dovrà pagare.

«Solo per fare un esempio, – riprende il primo cittadino di Agnone – per quanto riguarda le risorse idriche, credo che non ci sia stata una politica nazionale seria su questa problematica. La dispersione idrica interessa tutta Italia, da nord a sud senza distinzione. Mediamente il cinquanta per cento della risorsa idrica si perde a causa della dispersione dalle condutture. Credo allora che quello sarebbe stato un investimento importante che lo Stato italiano avrebbe dovuto fare, per eliminare la dispersione idrica. Come ancora per interventi finalizzati a realizzare degli impianti di accumulo della risorsa idrica, che avrebbero permesso anche di produrre energia idroelettrica. Mi pare invece che questi investimenti non si siano stati in questo settore dell’idrico, forse perché i livelli alti della politica, oggi, non hanno una chiara visione di insieme a livello nazionale».